Autodromo, processo d'appello: corruzione e usura, tutti assolti

Prescrizione invece per turbativa d'asta e falso

Una gara di Sbk in autodromo di Monza

Una gara di Sbk in autodromo di Monza

Monza, 14 Novembre 2019 - La Corte di Appello di Milano, nel processo per la gestione dell'autodromo ai tempi della vecchia dirigenza Sias, ha assolto gli imputati dalle accuse contestate a vario titolo per corruzione, usura e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni per le bolle sull'asfalto del circuito durante la Superbike del 2012, ma ha dichiarato prescritti i reati di turbativi d'asta per l'appalto per la ristorazione all'interno dell'autodromo e di falso per l'autorizzazione alla realizzazione del distributore di carburanti ecologici nel parco, condannando la ex responsabile del settore sviluppo economico del Comune di Monza Giuseppina Panuccio e la figlia Federica Evangelista, interessata all'appalto, al pagamento delle spese a favore della costituita parte civile Sias, che ora potrà procedere per le richieste di risarcimento dei danni.

Al processo di appello la Procura generale aveva chiesto l'assoluzione per tutti i cinque condannati dal Tribunale di Monza, oltre la Panuccio e la figlia anche l'ex direttore generale della Sias (la società che gestisce il circuito monzese) Enrico Ferrari (che ha raggiunto un precedente accordo con la parte civile), la legale rappresentante del campeggio nel parco Silvia Villa e il dirigente del settore pianificazione territoriale del Comune di Monza Mauro Ronzoni (nel frattempo deceduto), mentre i giudici monzesi avevano assolto per la vicenda delle bolle sull'asfalto Giorgio Beghella Bartoli e Stefano Tremolada, rispettivamente l'ex direttore tecnico del circuito e l'ex responsabile della manutenzione per cui invece la Procura di Monza aveva presentato ricorso per la condanna.