Prezzi e manodopera, cantieri nei guai

Il boom delle commesse rischia di trasformarsi in un boomerang, mentre resta aperto il problema sicurezza

di Martino Agostoni

È boom di cantieri, c’è tanto lavoro nel settore edile forse come mai prima e ancora ne arriverà, ma il rischio in Brianza (e non solo) è che non si riesca a gestire la situazione. Già ora - con l’impennata per il settore iniziata da oltre un anno per misure come il 110% o il bonus facciate - la manodopera disponibile, in particolare quella specializzata, non è sufficiente a far fronte a tutte le richieste e le imprese sono già sature di commesse private.

Fra non molto tempo però è atteso l’arrivo anche delle richieste pubbliche: non c’è Comune o ente pubblico che non abbia presentato progetti al governo per milioni di euro per ottenere i fondi del Pnrr destinati alle manutenzione del proprio patrimonio edilizio o alla sistemazione delle scuole, quindi si arriverà ad avere una nuova mole di appalti e commesse a cui sarà molto difficile rispondere e capace di peggiorare ancora di più il mercato dell’edilizia. Da mesi molte imprese hanno già iniziato a fare i conti con il paradosso di avere tanto lavoro senza però averne un profitto adeguato, anzi con pure la possibilità di lavorare in perdita a causa delle improvvise e continue impennate dei costi dei materiali edili e dell’energia. Il settore edile in Brianza è al limite, una fetta del tessuto produttivo strategica che conta circa 5.000 imprese attive nell’area brianzola e con circa 13mila lavoratori (la cassa edile di Milano, Monza e Lodi ne conta quasi 40mila), e un quadro attuale lo tratteggia Gianfranco Cosmo, segretario generale Fillea Cgil Brianza.

"Il settore edile in Brianza sta andando bene per quanto riguarda la quantità di lavoro, ma iniziano a presentarsi difficoltà - spiega il sindacalista -. Manca manodopera, ci sono problemi a reperire i materiali e i costi sono aumentati molto. Negli ultimi 2 o 3 mesi, per effetto della guerra, c’è stato un aumento medio dei prezzi dei materiali edili del 30% e per alcuni anche di più. Mentre per l’energia alcune imprese hanno visto più che triplicare le bollette".

Poi non ci sono abbastanza lavoratori, quindi per star dietro a tutto si ricorre spesso agli straordinari o in certe realtà anche a contratti al limite, con un abbassamento dei livelli di sicurezza. "Le condizioni di lavoro in questa situazione non sono delle migliori – conferma Cosmo – Ci sono tante imprese brianzole sane e corrette che rispettano tutte le regole e, anzi, dopo il rinnovo del contratto nazionale investono più di quanto richiesto in formazione e sicurezza. Ma non è sempre così: con tutta questa richiesta, si insinuano realtà improvvisate che vogliono approfittare della situazione, fanno contratti precari, prendono persone poco formate e non rispettano tutte le regole". E con il moltiplicarsi dei cantieri si riduce la capacità di fare controlli capillari, con l’aumento di rischi di infortuni e morti sul lavoro. "Ora è davvero difficile capire la situazione perché le attività sono tantissime – conclude Cosmo – Serve più tempo per fare un vero bilancio che dica come è stata davvero affrontata la ripresa a Monza e Brianza e se il settore edile ne è uscito bene o male".