Presepe Vivente di Agliate In ottomila per la Bambina

Alla grotta naturale alle spalle della Basilica la tradizione di Santo Stefano con oltre 200 figuranti in costume d’epoca e una femminuccia nella mangiatoia

di Sonia Ronconi

Il Presepe vivente, giunto alla 47° edizione, è tornato ieri ad Agliate. Anche quest’anno il presepe ha iniziato nel piazzale antistante la basilica dei Santi Pietro e Paolo, ad Agliate. Tantissime le persone che sono arrivate nel giorno di Santo Stefano, con un clima non freddo, che hanno visitato la natività e le varie tappe scenografiche. Strada chiusa da Verano per scendere verso la frazione caratese e tante persone che hanno camminato a piedi verso il presepe vivente. Oltre 200 figuranti, provenienti da 20 comuni brianzoli. Dieci scene rappresentative, oltre 8mila visitatori alle 16 di ieri. La Sacra Famiglia è stata interpretata dalla famiglia Marcon di Renate, che ha sostituito all’ultimo la famiglia Lalli, bloccata da un’indisposizione. La piccola Lucia, 5 mesi appena compiuti, ha interpretato il Bambinello. Con lei il papà Stefano e la mamma Irene Riva hanno vestito i panni di Giuseppe e Maria.

Ambulanti, centauri romani, fabbri, vasai che lavorano la creta, ambulanti e tutti i figuranti di Betlemme rigorosamente in costume. Il coro per tutto il tempo ha accompagnato la raffigurazione storica. La rappresentazione è stata suddivisa in vari episodi. Nella prima scena si vuole ricordare Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione nel centenario della nascita. Andrea Carabelli ha scritto e ideato la prima scena ispirandosi a ciò che don Giussani disse a Betlemme nel suo viaggio in Terra Santa nel settembre del 1986. "...Il Signore è entrato nel mondo come un seme dentro la terra. Il Natale è Dio che si rivela a noi e in ognuno di noi vuole costruire la sua dimora". E il presepe vuole farci memoria di questo, le parole di don Giussani hanno accompagnato nel cammino fino alla grotta attraverso i vari quadri: l’Annunciazione e la visita della Vergine a Santa Elisabetta, Erode e la strage degli innocenti, il Censimento, i mestieri della tradizione, i pastori con le greggi, i Re Magi a cavallo per giungere alla grotta della Natività e ritrovare lo stupore e, tanti visitatori che si sono inginocchiati davanti al Bambino.