Monza, il ponte Colombo pericolante schiaccia i negozi: "Abbandonati da cinque mesi"

I commercianti intorno al ponte chiuso il 19 settembre scorso

Le transenne al ponte Colombo a rischio crollo (Rossi)

Le transenne al ponte Colombo a rischio crollo (Rossi)

Monza, 16 febbraio 2019 - Giovedì mattina ore 11: la via Passerella dei Mercati è deserta. A neanche una ventina di metri le bancarelle degli ambulanti, ma la via è divisa a metà. Dal 19 settembre 2018 quando il ponte di via Colombo è stato chiuso per pericolo crollo quel tratto di Monza è completamente isolato. A quasi cinque mesi dalla chiusura del ponte la situazione degli esercenti è sempre più disastrosa e il giovedì mattina, giorno di mercato, è il deserto. «Come gli altri giorni della settimana - spiega Arianna De Nina, del forno l’Ar.Te del Grano -. La situazione è drammatica: in questi mesi abbiamo visto un calo del 60%. I clienti affezionati restano, ma abbiamo perso la gran parte dei clienti di passaggio». E il passaggio in quel tratto del centro era tanto: il parcheggio di piazza Cambiaghi davanti, l’attraversamento del ponte Colombo e l’arrivo alla Passerella era immediato.

«Dal Comune ribattono che ci sono percorsi alternativi - prosegue -. Che i clienti facendo un centinaio di metri in più possono raggiungere l’altro ponticello e poi immettersi sulla Passerella. Ma non è la stessa cosa e infatti il passaggio di persone è sensibilmente calato». Quello che maggiormente fa imbufalire i negozianti è la mancanza di comunicazione con le istituzioni. «Al Comune chiediamo tempistiche - spiega -. Sappiamo che esiste una burocrazia da rispettare, ma che almeno ci diano risposte circa i tempi per organizzarci o per metterci il cuore in pace».

Nella panetteria a causa della crisi non è stato rinnovato il contratto a un dipendente. C’è chi resta ottimista e pur non avendo ricevuto risposte sta già facendo gli ordini per la stagione invernale. «Stiamo facendo un investimento al buio ma vogliamo crederci ugualmente - spiegano Francesca Nazzari e la madre Giovanna Rizzi che gestiscono il negozio di abbigliamento per bambini “I cavoli e le rose” -. In questi cinque mesi abbiamo perso almeno il 40% dei clienti: molti avvocati che parcheggiavano in piazza Cambiaghi si fermavano in negozio. Con il ponte chiuso cambiano percorso». Anche in questo caso monta la rabbia contro il Comune. «Le istituzioni ci ignorano - incalzano -. Non rispondono alle email, non hanno neppure messo cartelli all’inizio della passerella per indicare le deviazioni o i percorsi: in questi mesi siamo stati fin troppo accomodanti».

EPppure per gli esercenti della via basterebbe davvero poco. «Basterebbe installare una passerella per garantire il passaggio - spiega Eugenio Idini della gelateria “Gelato Italiano” -. Sappiamo che per la ricostruzione del ponte ci sono percorsi burocratici e tempistiche, ma nel frattempo basterebbe installare una pedana. Ho chiesto anche ad architetti ed ingegneri. Con meno di 30mila euro è possibile posizionare una passerella provvisoria in modo da garantire il passaggio ai pedoni. Adesso siamo completamente isolati. Anche io ho ridotto il personale, per il futuro si vedrà». È surreale la situazione anche al “Lenry Coffee Bar”: il giovedì mattina alle 11 sono sedute solo due mamme. «Anche noi in questi cinque mesi abbiamo perso il 60% dei clienti, lasciando a casa il personale - spiega il gestore Enrico Barzaghi -. È una situazione assurda: dal Comune totale silenzio».