Polvere, fatica e rivincita Le bici raccontano la storia

Il museo Brianza d’epoca a Concorezzo custodisce 150 modelli iconici che hanno scritto pagine leggendarie del ciclismo tra sport e genio artigiano

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di Barbara Calderola

Fatica, sacrificio, lealtà. Valori che hanno la forma di una bicicletta da corsa amarcord. A Concorezzo ce ne sono 150 che raccontano la storia del grande ciclismo italiano: polvere e sudore e la voglia di lasciarsi alle spalle la miseria dopo la guerra. Campioni, marchi leggendari e di nicchia, impegno e il sogno "di tramandare tutto questo patrimonio ai ragazzi", spiega Fausto Pella di Brianza d’epoca, l’associazione di amatori che in città cura il prezioso museo delle bici storiche. Uno spaccato di vita che investe i visitatori nella sede di via Petrarca 15, seconda casa della collezione e di cimeli, dopo via 4 Novembre, "un luogo più adatto ai nostri tesori", sottolinea l’ingegnere con una passione viscerale per i chilometri macinati in sella e i protagonisti di uno sport che ha unito l’Italia e gli italiani.

"Pochi immaginano quante chicche si nascondano nei box e nelle cantine brianzole, pezzi rari che invece noi vogliamo mettere a disposizione del pubblico – racconta Pella –. Per questo la nostra ‘vetrina’ non è statica, ma aperta ai nuovi arrivi: i modelli stanno due o tre mesi e poi tornano a casa". Colnago, Mondonico i gioiellini più pregiati, ma non mancano altre case. Il progetto espositivo va di pari passo con l’impegno sociale, "da qui i corsi di educazione stradale in classe". A salire in cattedra è Morena Tartagni, l’ex campionessa degli anni Sessanta e Settanta che "racconta agli studenti un mondo di cui gli adolescenti sanno poco. Ed è un peccato". Ci saranno anche i sabato con i produttori storici, dai monzesi Casati e Di Lorenzo ai Rossin di Cavenago.

L’appuntamento organizzato per la premiazione di Ciclostoriche Lombardia, 16 società che organizzano eventi da aprile a ottobre per diffondere il verbo su strada, ha visto la partecipazione di quattro mostri sacri: Gianni Bugno, la stessa Tartagni e Maria Cressari, altra gloria italiana d’antan e Marino Vigna, oro olimpico nell’inseguimento a squadre ai Giochi di Roma 1960. Per i fan un altro momento indimenticabile. Il museo (ingresso gratuito) è aperto giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30, sabato dalle 9 alle 12.30.