Polemiche addio, il ricordo del regicidio celebrato in tono minore

Il 29 luglio del 1900 veniva ucciso Umberto I, ieri solo la messa in una chiesa del centro e orario prolungato alla Cappella espiatoria

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Addio alle cerimonie ufficiali alla Cappella espiatoria o alla Cappella della Villa Reale e alle rivendicazioni degli anni dell’esilio. Per la prima volta il 29 luglio, ricorrenza dell’uccisione di re Umberto I, avvenuta a Monza nel 1900, viene ricordato in tono minore.

Tant’è che l’Istituto nazionale Guardie d’onore delle tombe reali ieri sera alle 18.30 ha celebrato la messa di suffragio nella chiesa di Santa Maria in strada, in via Italia 27, quindi in una zona molto decentrata rispetto al monumento commemorativo di via Matteo Da Campione.

"Si tratta di una celebrazione organizzata dall’Istituto nazionale Guardie d’onore alle reali Tombe, un ente morale sotto il controllo del ministero della Difesa", fa osservare il delegato dell’ente, generale Francesco Cosimato, che tiene a sottolineare come la celebrazione non voglia assumere nessuna coloritura politica legata a monarchici o altri partiti, né movimenti politici. Le celebrazioni in ricordo del regicidio a Monza, negli anni scorsi sono state spesso oggetto di polemiche. Così successe un paio d’anni fa, in occasione dei 120 anni, quando fu proposta una lettura scenica con il contributo del Comune di Monza, giudicata una scelta di parte, rispetto ad altre realtà culturali. "Non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di aperture particolari per eventi o commemorazioni speciali – dice la direttrice della Cappella espiatoria Giuseppina Di Gangi – è la prima volta da parecchio tempo che non viene programmata alcuna iniziativa di rilievo per il 29 luglio". La direzione ha comunque prolungato l’orario di apertura dalle 19 alle 22, per permettere a più gruppi le visite culturali al mausoleo. Poi in serata è stata accesa la grande croce votiva in alabastro, visibile da lontano e che fa parte ormai della skyline del capoluogo brianteo.

Cristina Bertolini