Pnrr, i sindaci protestano "Linea verde tagliata fuori"

Ignorato dalla pioggia dei finanziamenti il prolungamento di 12 chilometri. Il progetto unisce la stazione di Cologno Nord ai comuni del Vimercatese

di Barbara Calderola

Pioggia di milioni dal Pnrr a Palazzo Marino per il trasporto pubblico locale, "ma neanche un centesimo da Milano per il prolungamento della linea 2 verde della metropolitana da Cologno in Brianza".

"Siamo stati ignorati: nell’elenco delle opere finanziate i nostri vagoni non ci sono". I comuni della tratta, Brugherio, Carugate, Agrate, Concorezzo e Vimercate - 12 chilometri in tutto di binari da realizzare - sono sul piede di guerra. Insieme hanno scritto una lettera a Beppe Sala e un’altra al ministro dei Trasporti Enrico Giovannini per chiedere un incontro a Roma. "La Silicon Valley lombarda aspetta da 40 anni il collegamento veloce con la Madonnina, eppure ci hanno saltato, proprio adesso che servono 3 milioni per la progettazione definitiva", spiega il sindaco di Agrate Simone Sironi. A lasciare l’amaro in bocca "è che Milano ha destinato fondi a opere più indietro della nostra".

Il riferimento è alla Paullese. Proprio questa settimana scade l’incarico a MM per sciogliere i nodi del tracciato, tra i più critici quelli che riguardano il passaggio oltre il casello della Tangenziale Est e la corsa parallela all’autostrada. "Ma ora la priorità sono i fondi fantasma e non si dica che le infrastrutture scelte sono quelle del 2022 e che noi rientreremo in un’altra tranche. Non è così", sottolinea il primo cittadino. Nella missiva i comuni parlano anche di essere "aperti al dialogo", ma traspare tutta la delusione per essere stati messi da parte.

"La metrotranvia è essenziale per tagliare traffico e inquinamento – ricorda Sironi – è un investimento strategico per il futuro del territorio. Non possiamo rimandare oltre". La soluzione individuata dagli ingegneri di Metropolitane Milanesi è già frutto di un compromesso, il treno leggero che combina caratteristiche di tram e metropolitana, ma con capacità e velocità maggiori, non era la scelta dei sindaci che avrebbero preferito un metrò vero e proprio. Ma per via dei costi non avrebbe mai visto la luce, così i comuni hanno accettato di ripiegare su quello che all’estero viene chiamato Light rail transit, "ora però pare che non ci siano i soldi neanche per quello".

Da qui la richiesta di correggere il tiro e l’endorsement che, numeri alla mano, sperano di strappare al ministero. In tutto per la cura del ferro sul territorio servono 400 milioni sperando che non finisca come nel 2012, quando la Corte dei conti bocciò un precedente progetto proprio per mancanza di copertura.