PizzAut, una firma per "la nostra rivoluzione"

Il 2 aprile aprirà il secondo ristorante gestito da persone autistiche. Avrà anche due alloggi per sperimentare la vita in autonomia

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di Barbara Apicella

"PizzAut a Monza è sempre più vicina e se non ci saranno intoppi il taglio del nastro è fissato il 2 aprile 2023, Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo". Ad annunciarlo è Nico Acampora, il muggiorese che ha dato vita al progetto del primo ristorante pizzeria in Italia gestito da persone autistiche. Dopo il locale di Cassina de’ Pecchi adesso si avvicina anche quello di Monza che sorgerà nell’area dell’Energy Spring Park, in quella che era l’area Philips di viale Campania oggi di proprietà dell’imprenditore brianzolo GianMaria Bellazzi. Un locale dove ci saranno 350 coperti e un ampio parcheggio con oltre 600 posti.

"Quando ho firmato il contratto ho trattenuto il fiato e ho chiuso gli occhi", confessa Acampora. Lì dove per decenni hanno lavorato operai e impiegati e dove durante la pandemia ogni giorno centinaia di persone si mettevano in fila per sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid sorgerà una pizzeria grande 1.200 metri quadrati dove lavoreranno 25 ragazzi autistici. Dopo l’avvio con successo della prima pizzeria di Cassina de’ Pecchi (dove oggi per prenotare per una cena bisogna attendere diversi mesi) Acampora si è messo subito all’opera per bissare l’esperienza anche a Monza. Più volte ha ricordato le difficoltà trovate all’inizio di questa avventura quando le banche non gli volevano fornire prestiti e gli specialisti sollevavano parecchie perplessità sull’idea di far lavorare ragazzi autistici.

"Nel nuovo locale di Monza lavoreranno 25 ragazzi autistici che verranno formati sempre all’interno del ristorante dove sarà realizzata un’accademia, in una cucina di oltre 200 metri quadrati". Acampora fin da subito era certo della validità del progetto. Nico - educatore per professione ma prima ancora papà di Leo, ragazzo autistico - conosce molto bene i talenti e i limiti delle persone con autismo e ha investito nell’organizzazione di una cucina, una pizzeria e una sala a misura di persona con questo tipo di disabilità. Piccoli accorgimenti che, spesso impercettibili ai clienti, sono fondamentali per far lavorare tranquillamente i ragazzi (per esempio l’organizzazione dei tavoli, i mobili che quando vengono chiusi non fanno rumore, luci non troppo potenti). "Grazie al lavoro a questi giovani vengono garantite dignità, competenza e speranza di un futuro migliore". Risultati già raggiunti dai pizzaioli e dai camerieri di PizzAut con alcuni ragazzi che, non solo hanno raggiunto abilità lavorative, ma hanno anche fatto conquiste importanti da un punto di vista relazionale come per esempio andare al lavoro da soli prendendo i mezzi pubblici. Il progetto monzese, oltre all’attività prettamente lavorativa e formativa, ha anche un risvolto sociale. "Nel plesso dei 1.200 metri quadrati costruiremo anche due alloggi che verranno utilizzati dai ragazzi per sperimentare l’autonomia. Una sorta di palestra per imparare a vivere da soli".

Una sorta di ‘antipasto’ di quel dopo di noi tarlo dei genitori con ragazzi con disabilità che vedono, dopo la loro morte, un futuro all’interno degli istituti. Adesso un appello alla generosità dei brianzoli: "Mi auguro che attraverso la campagna natalizia dei panettoni e del progetto dei 100 mattoni rivolta agli imprenditori si riescano a raccogliere tutti i fondi necessari per realizzare quello che, ormai, non è più un sogno. La nostra piccola grande rivoluzione".