Il professore della politica, aneddoti e ricordi per la morte di Bertazzini

Dagli anni della contestazione a scuola fino alle partite di calcio del suo Monza allo stadio

Pier Franco Bertazzini aveva 97 anni

Pier Franco Bertazzini aveva 97 anni

Monza, 10 giugno 2018 - Fino a qualche anno anno fa, lo si poteva incontrare ancora sulle tribune dello stadio Brianteo alle partite del “suo” Monza. Finché l’età ormai molto avanzata gli sconsigliò di inerpicarsi ancora su quegli spalti: "I miei figli mi hanno detto di non andare più, si prende troppo freddo" confidava lui sconsolato. Ma tutt’altro che arrendevole. Nell’ultima campagna elettorale, aveva trovato modo di spendersi ancora per un candidato (il poi eletto sindaco Dario Allevi), e poi c’erano le sue associazioni, l’Università degli anziani soprattutto, di cui andava a portare in giro il programma nelle redazioni dei giornali, sempre prodigo di galanterie per "le signore giornaliste".

Pier Franco Bertazzini è morto. Aveva 97 anni. E lunedì pomeriggio saranno tantissimi probabilmente ad accompagnarne le spoglie nel suo ultimo viaggio, al funerale già stabilito per le 15.30 alla chiesa di San Gerardo al Corpo. La sua morte è sopraggiunta nella notte fra venerdì e sabato, nella sua casa, senza soffrire. La storia della sua città di adozione (lui era nato ad Asti nel 1921) è stata spesso interecciata alla sua figura elegante e cortese, capace di entrare nel cuore di tutti coloro che incrociava. Da ragazzo, si era diplomato al liceo classico Zucchi, aveva fatto la guerra (artigliere) e si era laureato in Lettere. Poi, era stato a lungo insegnante e preside nelle scuole superiori della città (Porta e Artigianelli). Intanto, faceva politica. Era stato consigliere comunale, assessore, vicesindaco con la Democrazia Cristiana, fino a divenire addirittura sindaco di Monza fra il 1970 e il 1974.

"Un insegnante prestato alla politica" amava definirsi lui. E di scuola e cultura si era sempre occupato. Appassionato e critico d’arte, aveva curato innumerevoli mostre nella sua città, aveva militato in associazioni culturali e sociali (dai Lions all’Università degli anziani), senza tralasciare lo sport. Dalle partite del Monza come tifoso, prima al Sada e poi al Brianteo, fino alla direzione dell’Autodromo.

Per il sindaco Dario Allevi, reduce ieri da un omaggio alla salma a casa sua, "è un lutto atroce, ci sembrava quasi immortale: lo conoscevo da quando frequentavo il liceo Frisi e lui ne era il vicepreside". Nel 2011 l’ex sindaco della Lega Marco Mariani aveva organizzato una festa a sorpresa in Comune per i suoi 90 anni. "Eravamo entrambi del quartiere San Gerardo, lui mi diceva sempre: “Mi ricordo di te quando giocavi a basket all’oratorio...”. Gli volevo un gran bene: giovedì ero stato a trovarlo a casa, era molto provato... fino a un mese fa veniva da solo in macchina al fu comitato Pro Provincia".

Era stato insignito sia dell'Ambrogino d'oro (nel 1983) sia del Giovannino d'Oro (nel 1996), le due più alte onorificenze di Milano e Monza.

Tanti gli aneddoti. Più o meno noti. Come negli anni duri della contestazione. Le scuole superiori sono una polveriera. Le occupazioni si susseguono. All’istituto Carlo Porta, di cui lui è preside, insegna anche Natalina Ceraso, esponente di una storica famiglia di destra. E quindi, in quanto tale, sempre a rischio. A un certo punto a scuola c’è l’occupazione, da Milano arrivano addirittura i “katanga” per vigilare che nessuno varchi i cancelli. Eppure la giovane ma agguerrita Natalina Ceraso non ha alcuna intenzione di chinare il capo. "Vuole entrare? - le chiede il preside Bertazzini - Non si preoccupi, ci penso io". E così, per una settimana, il preside e la giovane docente si trovano quasi alla chetichella lungo la strada che porta a scuola. E ci pensa lui a scortarla in classe. Natalina Ceraso lo ricorda con affetto: "Era persona squisita e di profonda cultura, e megli anni difficili della contestazione riusciva a conciliare le istanze di ragazzi e docenti". Lunedì sarà proclamato il lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta e gonfalone del Comune in chiesa ai funerali per stringersi attorno ai figli Luca e Maria Pia.