Picchia i genitori per la droga, condannato

Due anni e mezzo al 21enne che aveva reso impossibile la vita in famiglia, ma i giudici non riconoscono l’estorsione

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di Stefania Totaro

Condannato a 2 anni e mezzo di reclusione il 21enne che ha perseguitato i genitori, per almeno sei mesi, per farsi consegnare i soldi per comprare la droga. "Voglio i soldi, vi spacco la testa, spacco casa", sono le minacce rivolte dal ragazzo a mamma e papà per una dipendenza che aveva trasformato il figlio di una agiata famiglia perbene residente in Brianza in un mostro incontrollabile, che andava in escandescenze distruggendo mobili e suppellettili di casa, minacciando i genitori, spintonando il padre.

Una escalation di violenze culminata nell’arresto del giovane lo scorso giugno quando il padre, colpito da una gomitata al petto e da una testata, aveva chiamato i carabinieri. Il 21enne, ancora detenuto in carcere, era imputato di maltrattamenti in famiglia, estorsione e lesioni personali davanti al Tribunale di Monza in un processo celebrato a porte chiuse per l’estrema delicatezza della vicenda familiare e con l’imputato collegato in videoconferenza dalla casa circondariale per le disposizioni anti Covid. Al dibattimento la madre e il padre del ragazzo si sono costituiti parti civili, ma solo per seguirne le varie fasi. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Carlo Cinque, il ragazzo ha iniziato nel dicembre scorso a passare violentemente oltre alle solite minacce, prendendo di mira fisicamente il papà. Una volta l’avrebbe spintonato perché non riusciva a trovare un oggetto. Un’altra, al rifiuto del padre di consegnargli 50 euro, se ne era andato da casa e poi era tornato bussando violentemente alla porta e, una volta aperta, aveva aggredito il padre con un ombrello. Episodi ripetuti. Fino al giugno scorso quando l’ennesimo attacco al padre si era concluso con l’arresto del 21enne. A chiamare i carabinieri era stato proprio il genitore, colpito da una testata a uno zigomo e da una gomitata al petto e finito al pronto soccorso con una prognosi di 10 giorni. I giudici hanno però escluso dalla condanna l’accusa di estorsione.