Il Parco Adda Nord ci prova: "Catturate il pesce siluro"

È il più grosso e pericoloso predatore che minaccia la fauna autoctona. La Regione ha investito 300mila euro, il progetto di casa ne chiede 30mila

Sono state già organizzate quattro campagne di caccia grossa del pesce siluro

Sono state già organizzate quattro campagne di caccia grossa del pesce siluro

Cornate d'Adda (Monza e Brianza) - Può raggiungere i 2,5 metri di lunghezza e pesare 150 chili, "il pesce siluro è una minaccia per la fauna ittica autoctona", in arrivo la quarta battuta di caccia contro il predatore del fiume. Il Parco Adda Nord ha messo a punto un nuovo progetto e ha chiesto i finanziamenti necessari alla Regione, a breve si aprirà la campagna di disinfestazione che ha alle spalle tre edizioni con numeri importanti fra il 2020 e il 2021. La battaglia per conservare l’habitat d’acqua dolce continua. Si procede sulla falsariga del passato: studi e indagini preliminari a cura di esperti, e poi le squadre di cattura, con elettropesca diurna e pesca subacquea notturna. Il nuovo bando del Pirellone risale all’aprile scorso e mette 300mila euro a disposizione di parchi regionali fluviali e di riserve che avranno presentato nei termini la documentazione. Il progetto di casa punta a un decimo, 30mila euro, l’obiettivo è alla portata, incassare tutto il necessario. Nel mirino il “Silurus Glanis”, è questo il nome scientifico del nemico. Originario dei bacini fluviali del mar Nero, Caspio e Baltico, introdotto nel sistema del Po negli anni Cinquanta, ha colonizzato in pochi decenni l’"areale" padano e minaccia le specie locali: riotto, persico, cavedano, scardola, vairone, anguilla, tinca, pigo, cagnetta, savetta, gobione, alborella, luccio cisalpino e molte altre, tutte già a rischio anche per altri fattori, e sempre più rare.

Lo studio di “contenimento” firmato dal Parco risale al 2015. E già allora il siluro, "un vero pericolo per la conservazione della biodiversità degli ecosistemi in cui vive", era presente in tutto l’Adda e nei laghi di Garlate e Olginate. «Non è il solo invasore , ce ne sono altri, tutti introdotti dall’uomo: rodeo amaro, carpa e gardon, ma è uno dei più pericolosi per gli altri invertebrati. A causa delle sue dimensioni, infatti, difficilmente diventa preda". "La popolazione del siluro - così l’ultima relazione scientifica post campagna - risulta anche in questa zona radicata, riproduttiva e strutturata". La “caccia grossa” ha dato negli anni importanti risultati, quasi 700 esemplari erano caduti in trappola nel 2020, l’anno prima erano stati “solo” 295. Nel report del 2021, rispetto a quelli precedenti, si sottolineò l’assenza di ‘grandi riproduttori’: non furono catturati, nonostante i numeri in aumento, pesci di taglia superiore a 180 centimetri e ai 36 chili. Presto, si avrà la conferma o la smentita della nuova tendenza.