Pendolari infuriati sul taglio dei treni

Hanno scritto un’altra lettera all’assessora regionale Terzi sulle cancellazioni causate dall’aumento dei contagi e i disagi

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di Sonia Ronconi

I pendolari sono infuriati per i disservizi e hanno scritto una nuova missiva al Governatore Fontana per protestate contro l’operato dell’assessora Terzi. Purtroppo a causa della pandemia Trenord ha annunciato ancora tagli al servizio fino a domenica 30, hanno molti dipendenti in malattia. Per non parlare del giallo S2 da Seveso a Milano: i pendolari sono completamente all’oscuro sull’arrivo dei treni. Intanto ha annunciato il ripristino di alcune corse, smentite però dai pendolari: "I treni non ci sono". Ormai sono trascorsi una decina di giorni da quando i rappresentanti e i comitati dei pendolari lombardi hanno chiesto, con una lettera, le dimissioni dell’assessora alla Mobilità Claudia Maria Terzi per i problemi legati alla gestione del trasporto ferroviario. Epistola che è finita nel calderone della burocrazia: "Nessuna risposta ancora sul quesito che ponevamo sul costante degrado del sistema ferroviario regionale lombardo a partire dal 2018" avevano sctitto rappresentanti e comitati. "Registriamo però da più parti diversi tentativi per giustificare il disastro del servizio di Trenord nascondendosi dietro la pandemia – si legge nella lettera –. Chiudiamo subito la questione osservando che, per giustificare le difficoltà di Trenord, vengono dichiarate percentuali di assenze per positività e quarantene che sono diverse volte superiori sia a quelle medie della popolazione italiana sia a quelle medie registrate nelle aziende italiane di qualsiasi settore merceologico. Qualcosa sicuramente non va in questi dati, comunque non ufficiali, oltre che nella stessa Trenord". I firmatari della missiva , concludono rivolgendosi direttamente ad Attilio Fontana: "Presidente, chiediamo a lei di conoscere quale sia l’effettivo stato dell’organico di Trenord rispetto al fabbisogno per il ripristino pieno del servizio ai livelli del 2018. Ribadiamo e sottolineiamo però che non contestiamo gli effetti, comunque transitori ed evidentemente sovrastimati, della pandemia, ma il progressivo smantellamento del servizio in atto dal 2018, ben due anni prima che si manifestasse la pandemia".

"A causa della situazione pandemica in atto, si mantiene alto il numero di assenze del personale – ha fatto sapere la società in una nota –, anche se pur in lieve riduzione rispetto alle scorse settimane", quando al lavoro erano mancati oltre 300 dipendenti, metà dei quali proprio causa Covid. Per questo - come già successo da inizio mese - da lunedì 24 gennaio e fino a domenica 30, non hanno circolato treni dalle 23.30 e le 5 e il servizio su tutte le linee è stato modificato. "Anche se l’offerta si confermerà abbondantemente al di sopra della domanda, che attualmente è di circa 350mila viaggiatori al giorno – avevano sottolineato da Trenord –. Nelle settimane di riduzioni non si sono rilevate criticità, nessun treno ha raggiunto riempimenti oltre il livello dell’80% prescritto dalle disposizioni anti Covid".