Pedemontana ci riprova: ecco il piano per sbloccare i cantieri

Dopo la rottura con Strabag è stato affidato l’incarico per arrivare a un progetto più economico, obiettivo andare in gara entro agosto

Autostrada Pedemontana

Autostrada Pedemontana

Monza, 5 maggio 2018 - Autostrada Pedemontana Lombarda ci riprova. Dopo la clamorosa rescissione del contratto con il colosso austriaco delle costruzioni Strabag, l’obiettivo del nuovo cda della società nata per realizzare il collegamento tra Malpensa e la Bergamasca - un maxicantiere da 157 chilometri, di cui 67 di autostrada, 20 di tangenziali e 70 di viabilità locale - è quello di andare a una nuova gara entro il mese di agosto.

Uscita indenne dalla richiesta di fallimento in Tribunale ma senza l’ombra di nuovi finanziamenti privati all’orizzonte (finora l’operazione, sulla carta in project financing, è stata sostenuta dall’ente pubblico con 1,2 miliardi), la priorità per la società è quella di rilanciare il progetto, snellendolo e tagliando i costi, per cercare di riaprire i cantieri ormai fermi in Brianza da due anni dopo l’inaugurazione della tratta Lomazzo-Lentate sul Seveso. Nei giorni scorsi Apl ha espletato la gara, affidando per 94mila euro l’incarico di validazione del progetto definitivo delle tratte B, C e D alla Conteco Check srl, che non è propriamente una società “tecnica” ma piuttosto di controllo gestionale. L’incarico, della durata di 15 giorni - un passetto indietro rispetto all’iter del cantiere - serve ad affidare ad un altro soggetto il compito già portato avanti da Strabag, che era arrivata oltre con la progettazione esecutiva, mai approvata dalla società di Pedemontana. La nuova situazione sarebbe anche l’occasione per modificare l’intervento, i cui costi sono lievitati a quasi 5 miliardi, in vista della ricerca del closing finanziario.

L’operazione è supportata da una quarantina di pagine contenenti le linee guida significative per i sindaci brianzoli, che non a caso hanno già drizzato le antenne, chiedendo un incontro con la Regione: si parla di un percorso che di fatto aderirà a quello dell’attuale superstrada Milano-Meda, quindi a calibro ridotto, senza entrare nel Bosco delle Querce (operazione a rischio, visto il pericolo che la movimentazione della terra liberi nell’aria la diossina sotterrata) ed eliminando tutti gli svincoli a ovest della Ss35. E per Desio c’è l’eliminazione dell’area di servizio con modifica sostanziale degli scavi in progetto. Resta aperta di nuovo anche l’opzione sulla tratta D, dal Vimercatese a Bergamo: contestata dai sindaci della Brianza est, che la considerano un inutile doppione di autostrade già esistenti, se venisse stralciata porterebbe a un risparmio di almeno 1 miliardo di euro, ma una modifica così sostanziale del progetto potrebbe significare la necessità di far ripartitre l’iter di approvazione al Cipe.

Nel frattempo è stata riaperta la battaglia di carte bollate, un contenzioso che neppure l’ex ministro Antonio Di Pietro è riuscito a chiudere con una transazione nell’anno della sua presidenza: Strabag, titolare di un contratto da 1,5 miliardi, ha presentato riserve per circa 3 miliardi di euro e ora chiede i danni. Dopo la risoluzione in danno del contratto con il colosso austriaco, che dal punto di vista giuridico azzera le riserve, il cda ha votato l’escussione di una fidejussione da 260 milioni di euro. Questa causa andrebbe a sovrapporsi a quella di risarcimento danni avviata da Strabag, contro la quale si è costituita Pedemontana: la resa dei conti in Tribunale è attesa a giugno. La tesi del cda di Pedemontana è semplice: il progetto esecutivo realizzato da Strabag sarebbe difforme da quello messo a gara, l’impresa vincitrice sarebbe dunque andata avanti con un progetto non approvabile. Di qui il “licenziamento” e l’ultima gara che punta a far ripartire i cantieri.

Con quali fondi al momento è ancora un mistero. Le voci interne al consiglio d’amministrazione sono fiduciose, si parla di nuovi dati sul traffico, che finora è stato tenuto lontano dai pedaggi alle stelle, mentre a fine maggio è prevista l’approvazione del bilancio. Fuori però sono in molti a dubitare. "Non mi preoccupo più di tanto – dice il senatore 5 Stelle Gianmarco Corbetta, storico avversario del progetto fin dai tempi della sua permanenza sui banchi del consiglio regionale –. Sono piccole manovre della società a fronte di un problema enorme di reperimento delle risorse. Pedemontana è come un ciclista ormai spompo che si accorge di essere andato fuori strada: corregge il percorso e torna un pochino indietro ma ha fiato per percorrere solo altri 100 metri quando la gara dura 200 chilometri. Il vero nodo – conclude Corbetta – è quello della politica. È in Regione che dovranno essere prese le decisioni sul futuro di Pedemontana". Sul ruolo della Regione punta anche il geologo Gianni Del Pero, consigliere regionale del Wwf e consulente dei comuni della tratta B2, per i quali ha seguito il piano di caratterizzazione delle aree contaminate dalla diossina. Proprio su questo tema un decreto della Regione aveva richiamato Apl a rispettare impegni precisi. "È una strategia incomprensibile: si stanno muovendo in maniera distonica rispetto alla Regione – dice Del Pero –. Un passaggio da comprendere bene, visto che eravamo in attesa di conoscere i contenuti del progetto esecutivo già predisposto da Strabag con il quale si sarebbe dovuto confrontare anche il modello concettuale del sito, l’analisi di rischio (al momento elaborati su un precedente versione del progetto definitivo) ed il piano operativo di bonifica (il cui progetto di fattibilità economica è comunque in fase di redazione) relativo al piano di caratterizzazione della diossina residua".