In Brianza tornano i pastori: spazio al progetto 'Natura vagante'

In calendario le «transumanze» (camminate eco-culturali) ma anche iniziative culturali (mostre, conferenze, pubblicazioni), gastronomiche e della lana

Il festival del pastoralismo intende far conoscere il ruolo ecologico, storico, culturale del transumante bergamasco-camuno

Il festival del pastoralismo intende far conoscere il ruolo ecologico, storico, culturale del transumante bergamasco-camuno

Monza, 15 gennaio 2019 - Dopo il pane a «km 0», i parchi brianzoli danno spazio alla pastorizia. Il progetto si chiama «Natura vagante». Ed è nato per aiutare l’allevamento vagante. Per favorire la transumanza e il pascolo di pecore e agnelli, capre e capretti, pratica ancora in voga lungo l’Adda e la Molgora, saranno spesi quasi 1,3 milioni.

Finanziato dalla Fondazione Cariplo Natura vagante è stato messo a punto dai parchi: Pane (Molgora e Rio del Vallone), Adda Nord, Brembo, e da alcuni Comuni della bergamasca. Hanno collaborato i gruppi Faunaviva e Wwf Foppe di Trezzo, il Parco Adda Sud e il Festival del pastoralismo. Quest’ultima associazione proporrà iniziative per far conoscere il ruolo ecologico, storico, culturale del pastoralismo transumante bergamasco-camuno.

In calendario le «transumanze» (camminate eco-culturali) ma anche iniziative culturali (mostre, conferenze, pubblicazioni), gastronomiche e della lana.

Il progetto interessa l’ex sanatorio di Ornago dove oggi l’abbandono regna sovrano. Il bosco di pini, un tempo il toccasana per la cura dei polmoni, è lasciato a se stesso. Spariti anche gli orti e i frutteti dove i pazienti raccoglievano buona frutta. Due anni fa con il progetto «Aprire 2», si è tentato di inserire la grande pineta dentro il circuito dei parchi Molgora, Vallone, Cavallera per garantire la manutenzione del verde. Fu proprio la pineta, resistita al disboscamento degli anni della guerra a consigliare di costruire il sanatorio d’Adda Trivulzio di Ornago, una tipica e unica istituzione antitubercolare di pianura. Ed è qui che torneranno a pascolare le pecore. Le altre aree interessate alla pastura sono la collina di Cavenago Brianza, nata sull’ex discarica di rifiuti e di proprietà di Cem Ambiente, e la piana di Bellusco-Mezzago.

«Siamo molto lieti di aver aderito a questo progetto, risultato addirittura migliore rispetto alla nostra originaria formulazione», ha detto il presidente del Parco Pane Silvano Brambilla. Fra i primi parchi locali nati in Lombardia, il Molgora e il Rio Vallone anni fa hanno deciso di fondersi in un unico Consorzio proprio per proteggere l’ambiente.

L'acronimo pane(Parco agricolo nord est) richiama proprio uno dei progetti che ha coinvolto i due enti, studiato per diffondere un’agricoltura sostenibile e far nascere una filiera del pane a km 0. Pane profumato e croccante fatto con la farina del grano coltivato in Brianza. Il Pan dei Parchi dopo le mense scolastiche è entrato nei panifici della Brianza nelle versioni bianco, integrale e a pietra in forma di pagnotta, panino o sfilatino. Tutto a trazione locale. Tra le azienda agricole che coltivano il grano troviamo Fausto Frigerio di Vimercate, Gianni Rota di Ornago e Primo Baldini di Bellusco. Due i mulini che lavorano la granella : uno utilizza la classica tecnologia a «laminatoio» (da cui si ottiene farina bianca tipo 0 e farina integrale tipo 1 e 2) l’altro la macina a pietra.