Monza, Luca Parmitano in diretta con gli alunni delle elementari

I bambini di quarta e quinta della Dante a colloquio con l'astronauta dalla Stazione Spaziale europea

Tante domande e curiosità da parte dei bambini

Tante domande e curiosità da parte dei bambini

Monza, 15 ottobre 2019 - "Ciao Luca sono Luca, quando hai deciso di fare l’astronauta?". Così, in modo semplice e confidenziale, è incominciata la conversazione tra i bambini di 4° e 5° della scuola Dante di Monza (Istituto Don Milani) con l’astronauta Luca Parmitano, ieri alle 11.37 ora italiana, a bordo della Stazione Spaziale europea che orbita attorno alla terra, in quel momento in corrispondenza dell’Italia.

Dieci minuti intensi, in cui i bambini di Monza e quelli di Settimo Torinese, riuniti al planetario di Torino, hanno partecipato al collegamento, curato dall’Associazione radioamatori italiani, tra cui la sezione di Monza. I tecnici hanno lavorato per mesi, in collaborazione con Agenzia spaziale europea, Nasa, Agenzia spaziale russa. Dapprima il segnale arrivava disturbato e graffiato, rievocando la memoria, per i più piccoli inconsapevole, di quel "...Houston Houston mi sentite..." che ha accompagnato le prime comunicazioni dallo spazio. Poi il segnale si è fatto più chiaro, nitido, quasi una telefonata con l’amico del quartiere. I bambini hanno seguito la diretta con il fiato sospeso, mentre i compagni, alcuni monzesi alternati a quelli torinesi, hanno sparato una raffica di 22 domande chiare e puntuali, seguite dalla parola d’ordine “over” che indica che il messaggio è completo. Luca Parmitano, dalle stelle, ha risposto alle domande dei piccoli astrofisici, raccontando che aveva sempre voluto fare l’astronauta e che per entrare nel programma ha risposto a un bando dell’Agenzia spaziale europea del 2008. I ragazzi hanno chiesto perché abbia deciso di fare l’astronauta e quale sia stata la prima cosa che ha fatto quando è arrivato sulla stazione spaziale.

"Mi ha sempre affascinato l’ignoto - ha detto Parmitano - lo spazio e l’universo sono da esplorare e volevo metterci il mio sogno e la mia capacità". L’astronauta ha fatto percepire l’urgenza del lavoro, raccontando che per prima cosa, all’arrivo, si controlla la chiusura dei portelloni a tenuta stagna e il funzionamento delle apparecchiature e poi sicuramente l’aspetto relazionale con i colleghi già a bordo. Inevitabili le considerazioni ambientaliste, quando Massimo ha chiesto come ci si sente a vedere la terra da lassù: "Ci si sente piccoli piccoli - ha risposto l’astronauta - e si capisce quanto siamo fortunati ad avere un pianeta così bello che stiamo cercando in tutti i modi di distruggere". I ragazzi hanno chiesto anche informazioni di ordine pratico, relative al dormire in situazione di microgravità, alle fotografie, al tempo libero, agli oggetti personali che si portano a bordo e a quanto si trattengono gli astronauti nella stazione spaziale: da 260 a 330 giorni, per studiare il comportamento dei corpo, dei materiali e degli ortaggi, come ha spiegato Parmitano.