Parco di Monza, il giallo degli alberi tagliati

E' accaduto ad agosto, a poco meno di un mese dal Gran premio di Formula Uno. Dovevano essere 55 ma per gli ambientalisti sono molti di più

Alberi tagliati al Parco di Monza

Alberi tagliati al Parco di Monza

Monza, 12 ottobre 2019 - A inizio agosto, a poco meno di un mese dal Gran premio di Formula Uno, alla preoccupazione per le squadre di giardinieri in azione con motoseghe e camion Parco Valle Lambro e autodromo avevano risposto che «l’autorizzazione al taglio di alberi all’interno dell’area del circuito risale al giugno dello scorso anno in relazione allo stato di pericolosità delle piante». Un centinaio in tuttoPeccato, però, che quell’autorizzazione fosse solo per la metà. Almeno questo risulta dai documenti del Parco regionale: «Nel 2018 i gestori del circuito sono stati autorizzati a tagliare 55 robinie ammalorate nella sola area localizzata tra la piscina e il campeggio – hanno ricostruito gli attivisti del Comitato per il Parco -. Mentre da nostri sopralluoghi risulta che durante l’estate sono state abbattute piante anche nella zona del Bosco Bello, in corrispondenza della Curve di Lesmo. Inoltre, anche l’11 settembre abbiamo rilevato 34 ceppi che mostravano caratteri tali da considerarli il risultato di tagli recenti ( presenza di segatura, superficie di taglio fresca), dei quali il 70% appariva in buone condizioni. Per quasi tutti i ceppi è stato possibile risalire alla specie: 22 querce rosse, 8 querce europee, 2 carpini. Per altri 2 la classificazione è incerta, ma non si tratta di robinie».

Un taglio selvaggio, secondo quanto denunciato dal Comitato, che «anticipa quello che potrà avvenire, in modo ancor più massiccio, dei boschi e dei prati dell’area del circuito per effetto del contratto stipulato tra Liberty Media e Aci e della nuova convenzione tra Consorzio e Aci che sarà in vigore da gennaio 2020». Il contratto con i padroni americani del circus della Formula Uno di fatto – temono dal Comitato - «condiziona il mantenimento della titolarità del Gp d’Italia a Monza alla realizzazione dei lavori che quasi certamente saranno richiesti per adeguare la pista e le strutture dell’autodromo, pena il «trasloco» della gara in un altro circuito: in altri termini, non vale più l’esclusiva della titolarità del Gp al circuito monzese».  Fra le richieste che potrebbero essere avanzate, «l’allargamento della pista, l’ampliamento delle vie di fuga, la realizzazione di nuove tribune e tribunette per gli spettatori. Ed è facile immaginare cosa questo potrebbe voler dire in un’area in cui gli alberi si affacciano sulla pista».

Ad accrescere la preoccupazione la novità, inserita nella nuova convenzione per la gestione del circuito tra Consorzio Parco e Villa Reale e Aci Italia, della «Conferenza permanente dei servizi per il rilascio di permessi, pareri, licenze, autorizzazioni e atti di assenso necessari alla realizzazione dei progetti e degli interventi di qualunque natura essi siano». «L’obiettivo dichiarato – puntualizza Bianca Montrasio, portavoce del Comitato - è di garantire «rapidi tempi autorizzativi che consentano l’utilizzo delle opere da parte di Aci». Esautorando completamente la Soprintendenza».