Limbiate: padre ucciso dal treno, la figlia avvisata tre mesi dopo

Lo cercavano disperati da tre mesi ma era morto sotto un treno il giorno stesso in cui si era allontanato da casa

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Limbiate (Monza Brianza), 12 gennaio 2019 - Lo cercavano disperati da tre mesi ma era morto sotto un treno il giorno stesso in cui si era allontanato da casa. Solo che ai famigliari non lo aveva ancora comunicato nessuno. La sconcertante vicenda di Giovannino Sepielli, 81enne di Limbiate, è stata portata alla luce dalla trasmissione «Chi l’ha visto?» che ieri ha raccolto il racconto della figlia della vittima, Rosanna: «I carabinieri mi hanno convocato giovedì per notificarmi la morte di mio padre, che risale al 4 ottobre verso le 20.30, travolto da un treno della linea Milano-Mortara». E quindi, quando furono lanciati i primi appelli a livello nazionale per la sua scomparsa da casa, Giovannino purtroppo era già morto e il suo cadavere portato all’obitorio.

Le telecamere di sorveglianza della stazione ferroviaria di Milano Cadorna riprendono Giovannino mentre sale su un treno, poi mentre cammina in metropolitana. Due giovani dicono di averlo incontrato sempre il 4 ottobre e aiutato a fare il biglietto alla macchinetta, scrivendogli le indicazioni per raggiungere la stazione Centrale. Giovannino aveva più volte espresso il desiderio di fare ritorno al suo paese natale in Puglia. Ma quel mattino era uscito di casa solo con un cartone arrotolato (che usava per sedersi sulle panchine) e non più di 30 euro in tasca. Poi quella stessa sera la tragedia. Il cadavere non viene identificato. Viene disposta l’autopsia che si rivelerà fondamentale perché l’uomo ha un pacemaker dotato di un numero di matricola univoco. «Già il 17 dicembre hanno avuto una risposta, ma le autorità hanno pensato bene di fare le feste e poi – denuncia la figlia – hanno ripreso in mano la pratica. Soltanto dopo le vacanze abbiamo saputo che la vittima travolta dal treno tre mesi fa era mio padre».