Giallo di Ornago, un 'rifugio' per Paolino Villa

Si cercano posti in grado di aiutare il pensionato a superare lo shock per la morte di sorella e nipote

Paolo Villa è un uomo libero

Paolo Villa è un uomo libero

Ornago, 26 febbraio 2018 - L’affetto di Ornago per Paolino è commovente. In tanti, anzi, in troppi prendono d’assalto Villa Serena, il reparto di psichiatria del San Gerardo dove l’ex assessore è ricoverato, al punto che si è reso necessario rallentare le visite. Il settore è particolarmente delicato e gli altri ospiti sono turbati dal continuo viavai. L’invito dei medici è stato raccolto dagli amici del pensionato, che hanno subito riorganizzato la "processione”: «Bisogna entrare due alla volta». Aggiungono: «Presto (cioè quando troverà una sistemazione), Paolino avrà bisogno dell’affetto di tutti noi».

Una gara di solidarietà che scalda il cuore, dopo tanta solitudine e il dolore per l’accusa del duplice delitto, che delitto non è, l’arresto e l’autopsia che ha rimescolato le carte, fino alla scarcerazione. Il volontario dal cuore d’oro resta in ospedale, anche se potrebbe lasciarlo subito, in attesa che le istituzioni trovino una soluzione migliore. I cugini Ronco, i soli familiari che gli sono rimasti, hanno già avuto un primo incontro con il Comune di Ornago, chiuso, però, con un nulla di fatto. Le parti torneranno intorno a un tavolo questa settimana. Impossibilitato a rientrare a casa, l’appartamento in via Santuario dove sono stati ritrovati i corpi senza vita di Amalia e Marinella è sotto sequestro, all’ex assessore serve «una struttura protetta, dove potersi riprendere dallo choc della perdita della sorella e della nipote e da ciò che ne è seguito», spiega Cristina Biella, avvocato dei parenti. Una prima ricognizione avrebbe dato esito negativo, sul territorio non ci sarebbero posti disponibili al momento. Una spinta potrebbe darla il sentimento generale suscitato dalla vicenda. «Ha aiutato sempre tutti, ora tocca a noi fare la nostra parte». È questo il pensiero ricorrente sui social network: #iostoconpaolino è l’hashtag lanciato in rete dagli ornaghesi convinti della sua innocenza e ora da tutti quelli che vogliono dargli una mano. Primo step, farlo uscire dal San Gerardo, «per lui, che non ha patologie psichiatriche, quel reparto non è adeguato», chiarisce Biella. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per mettere la parola fine all’ultimo, doloroso, capitolo della storia di questa famiglia. La morte naturale di madre e figlia (sui cadaveri non ci sono ferite, fatta eccezione per dei tagli ai polsi di Marinella) è stata così scioccante per il fratello-zio che viveva con loro da anni, da averlo bloccato. Quando le ha trovate non è riuscito a dare l’allarme. Forse, ha preferito aggrapparsi all’idea che dormissero ancora, come quando le aveva viste l’ultima volta e se le è tenute vicino. Fino al 10 febbraio, giorno in cui i cadaveri sono stati scoperti per caso.