Solaro, trovato morto nel box: ore contate per l'assassino

Si cerca l’arma del delitto nei campi di Cesate, escluso il movente droga

Il palazzo nel quale viveva Michelangelo Redaelli

Il palazzo nel quale viveva Michelangelo Redaelli

Cesate (Monza Brianza), 18 marzo 2018 - Potrebbe esserci una svolta nei prossimi giorni nelle indagini relative all’omicidio di Michelangelo Redaelli, ucciso a 54 anni, l’antivigilia dello scorso Natale, nel suo garage di via Parini a Solaro. I carabinieri della Compagnia di Desio stanno lavorando da diverse ore in un campo a Cesate, dove sarebbe stato presumibilmente gettato il coltello usato per uccidere l’uomo. Il cerchio intorno al presunto killer dunque si stringe. Alcuni elementi emersi dalle indagini avrebbero permesso ai militari di individuare il luogo dove cercare la presunta arma del delitto, la quale potrebbe condurre direttamente all’autore. Due i filoni di indagine principale seguiti dai carabinieri coordinati dal pm Carlo Cinque di Monza: quello che con il passare delle settimane ha preso più corpo è di un problema "relazionale" con una persona nella cerchia delle sue conoscenze. Non è ancora chiaro di che tipo di problema si tratti, se economico, sentimentale o quant’altro. Di fatto, invece, è stata scartata l’ipotesi del regolamento di conti nell’ambito della droga.

Pur essendo l’abitazione attigua al Parco delle Groane e pur avendo nel suo passato alcuni trascorsi con gli stupefacenti, l’omicidio non sarebbe legato al mondo dello spaccio. Redaelli potrebbe essere stato ucciso sullo sfondo di relazioni personali finite male. Un omicidio apparentemente "pulito" il suo, due coltellate secche alla gola senza che la vittima avesse nemmeno il tempo di urlare, il corpo chiuso nel box per alcuni giorni prima di essere scoperto. I carabinieri hanno ricostruito nel dettaglio i suoi ultimi contatti e gli ultimi giorni prima della morte. Partendo dall’analisi dei tabulati telefonici dell’uomo che aveva in uso un cellulare "vecchia maniera", senza social network e chat. Nella palazzina dove l’uomo viveva nessuno sembrava però aver mai visto la vittima in compagnia di un uomo in particolare. Eppure, tra i vicini, c’è chi assicurava di averlo incrociato qualche volta sulle scale del palazzo o nei box «in compagnia di qualcuno», più frequentemente negli ultimi tempi. L’eventuale ritrovamento del coltello potrebbe essere l’ultimo tassello di una indagine che sembra a buon punto e che potrebbe avere degli sviluppi positivi del prossimo futuro.