Omicidio a Seveso, l'aggravante delle sevizie per l'imprenditore killer

Vittorio Vincenzi tace e resta in carcere. Ha messo la testa della donna in una pentola d'acqua calda, il gesto atroce fa scattare la richiesta di aggravante

Vittorio Vincenzi

Vittorio Vincenzi

Seveso (Monza e Brianza), 27 novembre 2016 - Anche l’aggravante delle sevizie per Vittorio Vincenzi. L’ha contestata per l’omicidio volontario, insieme a quella della premeditazione, la pm della Procura di Monza Giulia Rizzo, al 56enne che mercoledì sera ha strangolato la compagna peruviana di 29 anni Elizabeth Huayta Quispe, mettendole poi la testa in una pentola di acqua bollente, che le ha causato ustioni al volto e che è stata ritrovata accanto al cadavere sul pavimento. Proprio quest’ultimo gesto atroce, ha fatto scattare l’aggravante delle sevizie. Dal canto suo l’uomo ha confessato di aver usato la tecnica dell’acqua «per essere sicuro che lei fosse morta» dopo lo strangolamento, negando però che l’acqua fatta scendere dal rubinetto nella pentola fosse calda.

Ma ieri, in presenza dei suoi difensori, Vincenzi si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci, che si è recata in carcere per l’udienza di convalida dell’arresto, confermato con la custodia in carcere. Ora si attendono gli esiti dell’autopsia sul corpo della donna. Intanto nuovi particolari che chiariscono il movente del violento litigio tra Vittorio ed Elizabeth emergono dalle dichiarazioni della migliore amica della vittima, che ieri sera con due amiche d’infanzia di Elizabeth era presente alla fiaccolata, organizzata nella Giornata contro la violenza sulle donne dal Comune di Seveso. «Sono stata l’ultima a sentirla al telefono mercoledì sera - ha raccontato Tatiana, compagna di Elizabeth alle scuole superiori a Milano -. Lei era molto arrabbiata perché era il compleanno della loro seconda bambina e l’ex compagno aveva preso i figli e per tutto il giorno erano rimasti da parenti di lui. Lei era rimasta a casa da sola: aveva preparato la torta e la festa ma alle 21 non erano ancora tornati». Poi il tragico epilogo. Il primo litigio con l’intervento dei Carabinieri. Un’ora dopo una lite ancora più violenta e l’omicidio. Mentre il figlioletto giocava con l’iPad, Vincenzi ha messo le mani al collo della compagna e l’ha strangolata, finendola con la testa nell’acqua di una pentola.