Ucciso a coltellate a Pessano, trenta indagati: oggi l’autopsia

Concorso in omicidio, lesioni e rissa le ipotesi di reato per i giovani coinvolti nella morte di Simone Stucchi

Il luogo in cui Simone Stucchi è stato accoltellato

Il luogo in cui Simone Stucchi è stato accoltellato

Lesioni, rissa, concorso in omicidio. Tutti hanno avuto un ruolo nel regolamento di conti costato la vita a Simone Stucchi, il 22enne di Vimercate accoltellato il 29 settembre a Pessano. Oggi è il giorno della verità, l’autopsia sul corpo del giovane edicolante si terrà stamattina all’istituto di medicina legale a Milano.

È l’ultimo tassello che manca per confermare la ricostruzione del delitto, un’indagine certosina ha permesso ai carabinieri di Pioltello di soppesare la posizione di ciascuno dei 30 ragazzi che quella sera hanno partecipato al pestaggio organizzato sui social. C’è chi ha lanciato pietre e quando ha capito che la situazione prendeva una brutta piega ha abbandonato il campo, e chi invece ha preso a bottigliate gli avversari, fino a quando è spuntata la lama. A infierire sulla vittima sarebbe stato più di uno dei pessanesi. 

Un’azione violenta consumata in una manciata di minuti finita con il giovane agonizzante sul marciapiede davanti al parchetto di via Montegrappa con 4 colpi, due alla schiena, uno alla pancia e quello fatale al cuore. Un film dell’orrore cominciato alle 23.30 con l’arrivo nel paesino dei vimercatesi armati di mazze e con i cappucci calati in faccia. Volevano dare una lezione ai rivali e chiudere una volta per tutte il duello su internet a colpi di insulti e provocazioni reciproche che andavano avanti dall’estate scorsa. Il movente è legato a futili motivi, il pagamento di uno spinello, o un apprezzamento sgradito su una ragazza. Nulla che potesse giustificare l’esplosione d’ira che innescato la tragedia. Gli indagati partecipano all’esame dei patologi con i propri consulenti, per tutti si apre la fase delle responsabilità, nella loro vita questo dramma segnerà un prima e un dopo. Chi ha estratto il coltello e ha messo fine alla vita di Simone non ha confessato, nonostante la pressione di un’inchiesta senza tregua.

Ma gli assassini hanno le ore contate. Si teme che sui social rimonti l’aggressività che aveva spinto le bande ad affrontarsi e che ora si trasformi in vendetta, una deriva che i genitori dell’edicolante hanno chiesto di evitare. "Vorremmo solo che Simone fosse ricordato per il ragazzo meraviglioso che era", hanno detto mamma Daniela e papà Massimo chiusi da quella sera in un dolore che nessuna parola può raccontare.