Giallo di Ornago, Paolo Villa in casa di riposo

Ospite nella struttura costruita quando era assessore

La casa di riposo di Ornago

La casa di riposo di Ornago

Ornago, 19 marzo 2018 - Paolino Villa è tornato a Ornago. Da qualche giorno, l’ex assessore è ospite della casa di riposo del paesino che l’ha difeso con le unghie e con i denti dall’accusa di avere ucciso Amalia e Marinella, la sorella e la nipote morte per cause naturali a inizio febbraio. Per lui è la fine di un incubo. Il dramma che ha sconvolto questa famiglia normale, gli era piovuto addosso dopo che erano stati ritrovati i corpi delle due donne, nell’appartamento di fronte al municipio che i tre condividevano da anni. La stanza piena di sangue, i vestiti in lavatrice e l’avanzato stato di decomposizione dei cadaveri avevano fatto scattare il fermo per lui, l’ultimo ad averle viste. Il macabro ritrovamento era avvenuto per caso, in seguito a un malore del volontario al bar. «Quando sono uscito, dormivano», ha sempre ripetuto agli inquirenti, senza mai perdere fiducia nella giustizia.

Ora, ad assisterlo ci sono i cugini Ronco, i soli parenti che gli sono rimasti al mondo. Per Paolino è cominciato un lento cammino di rinascita, da tempo, infatti, era scivolato in una sorta di isolamento, dopo una vita al servizio degli ultimi.

Uomo dal cuore d’oro, si è sempre fatto in quattro per aiutare chiunque avesse bisogno: era un punto di riferimento per tutti. Ed è stato questo suo essere colonna portante della comunità, che ha spinto gli ornaghesi a schierarsi subito, senza indugio, dalla sua parte. Qui, nessuno ha mai dubitato della sua innocenza. Anche quando tutto gli indizi sembravano inchiodarlo. Alla fine, l’autopsia l’ha scagionato. Cosa sia successo esattamente in quella camera da letto, però, lo diranno solo gli esami tossicologici e istologici disposti dai patologi sui corpi. La nipote aveva delle ferite ai polsi. La sorella, invece, neanche un segno.