BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Omate, la famiglia Sala e la terra divorata dalle autostrade. Espropriati 18 volte

Prima l’A4, con i vari ampliamenti, poi la Teem e ora la Tratta D breve. Il nonno acquistò la cascina dal principe Trivulzio, fetta dopo fetta è sparita dalle mappe

Omate, 3 ottobre 2023 – “Abbiamo subito 18 espropri. La nostra famiglia è vittima delle autostrade lombarde. Prima l’A4, con i vari ampliamenti, poi la Teem, e ora Pedemontana”.

Ileana Sala non ne può più. “Per tre volte ci hanno portato via un pezzo di casa, fetta dopo fetta Cascina Trivulzina è sparita dalle mappe ed era lì dal 1750. Mio nonno, affittuario del principe Trivulzio, l’aveva comprata negli anni ’50”.

Un vanto per chi da generazioni aveva fatto di questa terra, a Omate, l’asse attorno al quale costruire il futuro di figli e nipoti. “Ci vivevamo in 200, man mano le corsie dove far correre il traffico ci hanno tolto tutto”.

La prima volta “nel ‘55 per il raddoppio della Milano-Bergamo, poi la terza corsia negli anni Ottanta, nel 2005, la quarta. Abbiamo chiuso la vicenda per la nuova tangenziale est esterna di Milano nel 2017 e ora dobbiamo cedere 6mila dei 19mila metri di tutta Agrate per la green-way prevista dalla ‘D Breve’. Per noi è un incubo che non smette mai. Abbiamo visto andare in fumo i sacrifici dei nostri vecchi, ci siamo dovuti adattare a cambiare vita. Per questo capiamo perfettamente chi si ritrova nella stessa situazione a Cascina Baraggiola”.

"Col senno di poi – ancora Ileana – qualcuno potrebbe chiederci perché siamo rimasti. Ma la riposta è facile: lì c’erano le nostre radici e l’azienda agricola cancellata con la cascina".

“La svolta forzata è difficilissima da accettare – continua – stare in posti come questo non ha eguali. E ogni volta ci meravigliamo che ci sia chi non capisce”.

I soldi non compensano: “E come potrebbero? In tutto abbiamo ceduto 20mila metri di campi e l’abitazione per tre volte. Ditemi se questo non è un calvario. Non è questione di essere ambientalisti, ma di buon senso. Quello che ci lascia senza parole è che nessuno si prenda la briga di mettersi nei nostri panni. In gioco c’è la qualità della vita di un intero territorio che non dice no a un tracciato per partito preso, ma perché è inutile e finirà solo per peggiorare il futuro di tante comunità”.