Monza, all’oasi sul Lambro è rimasta solo 'Capra'

Fino a pochi anni fa nella zona lungo il fiume a porta Castello venivano ospitati molti animali. L’ultimo è una capretta bianca

'Capra'

'Capra'

Monza, 30 agosto 2020 - Una capra nel centro di Monza. Si chiama proprio così “Capra“ quella che da 13 anni abita nella piccola giungla fra alberi caduti e sterpaglie creata dal Lambro a ridosso di piazza Castello. Una parte era utilizzata anni fa da Legambiente come oasi faunistica per mostrare alle scolaresche gli uccelli di fiume che nidificano in questa zona della città. 

La parte sulla riva opposta è terra di nessuno. Anni fa vi si affacciava un’azienda ora dismessa che aveva anche alcuni animali tra cui alcune caprette e un asino, poi rimosso perchè il raglio infastidiva i residenti dei condomini attorno. Ora gli animali sono mancati ma ne è rimasto uno, una capretta bianca di cui si occupa Luca Caminata, residente in uno dei condomini adiacenti all’area. «Le porto da mangiare – racconta Luca – e le ho costruito una casetta per i mesi più freddi. Nei mesi scorsi vedevo che zoppicava e quindi ho chiesto aiuto ai volontari dell’Ente protezione animali. Capra, abituata ad essere libera, non si lasciava avvicinare e quindi i volontari hanno dovuto predisporre una grande trappola, lungo la sponda del Lambro, simile a quelle per recuperare i cani randagi». Poi si è dimostrata molto furba: entrava nella gabbia, mangiava il cibo disposto all’interno e usciva indisturbata. C’è voluto un mese prima che rimanesse incastrata, permettendo la cattura terapeutica, quando ormai i volontari avevano perso ogni speranza. 

Trasportata al rifugio di San Damiano per le cure della sua osteoporosi, mal sopportava di stare insieme ad altri animali erbivori, con cui ha pure litigato ed è rimasta ferita da un’incornata di un rivale. È servito un mese di cure, poi a inizio giungo è stata rimessa in libertà nell’oasi sul Lambro. Luca è abituato ad occuparsi di animali: «ho avuto cani, gatti e gli animali mi piacciono molto – racconta – ma pensavo di non prenderne più». E invece si è trovato una capretta davanti a casa. E così chi meglio di lui poteva occuparsi di quell’animale rimasto solo in riva al Lambro? 

Ora Capra è piuttosto malandata, si muove a fatica e aspetta il cibo. Può darsi che non passi l’inverno. «I volontari dell’Enpa mi hanno chiesto di prendere altri animali – racconta Luca – in più un’amica che ha una fattoria in Brianza mi hanno chiesto di portare lì altre caprette. Ma il terreno non è mio, il rifugio è per un animale solo e inoltre è un’area a rischio di alluvione. Quindi lasciamo che Capra termini indisturbata i suoi giorni».