Incidente sul lavoro a Nova Milanese: lacrime e rabbia per Christian

I sindacati: non si può morire sul lavoro. È un bollettino di guerra

Infortunio sul lavoro

Infortunio sul lavoro

Nova Milanese (Monza Brianza), 22 giungo 2019 - Lacrime, indignazione e appelli continuano a scorrere. In attesa di azioni concrete da parte delle Istituzioni. L’ennesimo morto sul lavoro in Brianza, Christian Catalano operaio 35enne di Desio travolto da un tubo di ferro alla Trater di Nova Milanese, ha scatenato il consueto tam tam di reazioni. Prima, quelle di stupore e dolore di chi ci abitava accanto, nel condominio di sette piani che si alza su via Stadio: «Abitava qui da un anno circa – racconta una anziana vicina di casa -, usciva la mattina presto e tornava la sera: era un gran lavoratore. Ci ho parlato un paio di volte. Era qui da solo. So che aveva una compagna, ma mi aveva detto che non amava stare in un condominio. Aveva tutta l’aria del bravo ragazzo, quando ho saputo della notizia non potevo crederci».

E invece è successo ancora: la manovra di una gru, un grosso tubo metallico che lo colpisce dritto al petto, l’arresto cardiocircolatorio e la morte circa un’ora dopo, al San Gerardo di Monza. «Basta! È inaccettabile che un giovane lavoratore perda la vita in fabbrica: il lavoro è vita, non possiamo continuare ad aggiornare quello che sembra diventare sempre di più un bollettino di guerra per la Brianza. Siamo feriti a morte!», mettono nero su bianco i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per l’ennesima morte bianca. Le organizzazioni sindacali avevano promosso una marcia unitaria dei Responsabili dei lavoratori per la sicurezza il 7 giugno: una manifestazione che aveva sfilato per le vie di Monza al grido «basta morti sul lavoro». Sono sei, infatti, gli operai che sul nostro territorio hanno perso la vita in questi primi mesi dell’anno.

«Un 2019 terribile. Moriamo tutti i giorni – dichiara Giulio Fossati, membro della segreteria della Cgil diMonza e Brianza –. Ogni incidente sul lavoro è una perdita irreparabile per l’intera società, è giunto il momento di mettere un punto a questa tragica storia. In che modo? Investendo sulla formazione, premiando le aziende virtuose e intensificando i controlli». «CI RITROVIAMO a piangere – dichiara Mario Todeschini, segretario Cisl Monza Brianza Lecco – l’ennesimo morto sul lavoro sul nostro territorio. C’è solo una via obbligata per fare cessare questa situazione intollerabile: investire sulla formazione e far sì che le postazioni di lavoro siano conformi alle norme di sicurezza». «Gli enti di controllo – aggiunge Todeschini – devono assumersi l’onere di svolgere controlli sempre più capillari e sistematici».

Anche Matteo Mondini, brianzolo fondatore e presidente della Nazionale Sicurezza sul Lavoro, è sconvolto e va avanti con la sua opera di sensibilizzazione sui social e sul territorio: «Sono vicino alla famiglia di Christian e molto arrabbiato – dice – ormai sta diventando una abitudine sentire di queste tragedie e non dimentichiamoci che dietro le statistiche ci sono storie drammatiche e vite spezzate. Come Nazionale continuiamo la nostra missione con delle manifestazioni per portare in tutta Italia che è fondamentale lavorare in sicurezza: si lavora per vivere non per morire!»