L'appello dei sindacati: "Nokia, niente soldi a chi taglia"

La richiesta al Governo affinché faccia pressing sulla multinazionale

Manifestazione dei lavoratori Alcatel

Manifestazione dei lavoratori Alcatel

Vimercate, 27 maggio 2016 - "Il Governo convinca Nokia a fare marcia indietro sugli esuberi". La nuova dieta del colosso finlandese dopo l’acquisizione di Alcatel rimbalza a Roma. L’incontro al ministero fra proprietà e sindacati dell’altro ieri preannuncia un lungo braccio di ferro. I manager hanno ribadito che in Italia sono di troppo 219 su 1.500 dipendenti, fra Vimercate (119) e Cassina (100) da sfoltire entro il 2017, dirigenti compresi, e che nascono "dalla sovrapposizione di figure dopo la fusione". Ma la Fiom chiede a Carlo Calenda, neoministro dello Sviluppo, "un intervento deciso". Per fare pressione sui manager, si suggerisce di fare leva sui fondi governativi destinati alla banda larga, una manna per la regina della telefonia. "Il governo ha stanziato 3,5 miliardi, ci auguriamo che i soldi non finiscano a chi taglia.

Dopo tanto discutere attorno a questi fondi, ora ci sono. Siamo alla prova dei fatti", spiegano i sindacalisti. In Europa le teste da far cadere sono quasi 4mila su 34mila. Su tutte incombe la manovra per risparmiare 900 milioni a livello mondo annunciata ad aprile e ribadita nella capitale. Il 7 giugno si tornerà al tavolo per entrare nel merito del pianodi Nokia per l’Italia. Ma c’è da giocare anche una partita milanese, al centro il nodo Regione, dopo lo stanziamento della giunta Maroni di un milione 620mila euro a favore di Alcatel perché sviluppi sul sito di Vimercate un progetto di comunicazione ottica, nel quadro di un accordo di competitività siglato "con lo scopo di valorizzare il comparto industriale e di salvaguardare i livelli occupazionali". Parole che oggi hanno il sapore della beffa.

"L’impegno di spesa è arrivato prima che le nozze portassero in dote il drastico ridimensionamento del personale e ora Palazzo Lombardia si trova in una posizione difficile: sostenere o no chi ci sottopone a una dieta di questa portata!", dicono i cervelli in bilico. "È fondamentale – ribadisce Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom – che il ministro intervenga sulla multinazionale perché riduca gli effetti delle sinergie a fronte dell’impegno del Paese ad investire sulla banda ultralarga. Aziende come Nokia continuano a remotizzare attività perché ormai è possibile effettuare la manutenzione da qualsiasi parte al mondo. Cose da tenere in conto quando si parla di soldi pubblici".