No a infermieri supplenti dei medici di famiglia

In Brianza mancano 96 dottori "Diversi profili professionali: le due figure non possono sostituirsi tra loro"

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Dai dati di Ats Brianza, a marzo 2022 mancavano 96 medici di famiglia, di cui 8 a Monza, 7 a Desio, 6 a Limbiate, 5 a Cesano Maderno, altrettanti a Lissone e varie unità un po’ dappertutto sia in Brianza che neller altre province lombarda. L’assessora regionale alla Sanità Letizia Moratti suggerisce di inserire gli infermieri come supplenti dei medici di famiglia per affrontare la carenza. In un batter di ciglio è subito levata di scudi da parte di tutti i presidenti degli Ordini dei medici regionali e provinciali, tra cui per Monza e Brianza il dottor Carlo Maria Teruzzi, guidati dal presidente regionale Gianluigi Spata.

"E’ singolare che un assessore non si renda conto della diversità tra il profilo professionale del medico e quello dell’infermiere - dice Teruzzi insieme ai colleghi - che non abbia compreso come le due figure non possano sostituirsi tra loro, come da anni si sta dicendo".

D’accordo con i medici anche la normativa nazionale e il Pnrr che stabilisce l’integrazione delle due figure che devono lavorare fianco a fianco e non a chilometri di distanza, come appare da certi progetti che si prefigurano all’orizzonte della Sanità lombarda. "Cosa studiamo a fare 11 anni, noi medici, se poi ai non specialisti delle cooperative è cosentito lavorare in ospedale e adesso agli infermieri lombardi è addirittura concesso essere supplenti dei medici di medicina generale", si chiede Guido Quici segretario del sindacato CimoFesmed.

Dopo la laurea seguono altri 4 - 5 anni di specialità. Secondo i medici se la risposta alla carenza dei medici è assumere chiunque possa fare compagnia al paziente, senza considerare la sua formazione, allora basta trasformare il corso di medicina in un crso triennale, abolendo le specializzazioni. I medici si chiedono di chi sarebbe poi la responsabilità in caso di errore.

"Forse è meglio considerarle un equivoco comunicativo estivo - scrive il dottor Spata - anche sembra inquietante, quando proviene da un’esponente di punta di Regione Lombardia, che si ostina a proporsi come in grado di produrre modelli vanzati di assistenza".

Tra l’altro, il territorio soffre non solo per la carenza di medici, ma anche di infermieri che perciò non hanno il tempo di proporsi come surrogari o seconde scelte rispetto ai medici. Gli Ordini lombardi dei medici di medicina generale rinnovano la propria disponibilità a collaborare alle ipotesi di riforma del Servizio sanitario, certi di poter fornire un apporto di competenza, tra l’altro previsto dalla legge.

In Lombardia servono 10mila infermieri, di cui 600 in Brianza. Manca il ricambio generazionale, quindi nuove assunzioni e il rinnovo del contratto. Sfiniti da due anni di emergenza pandemica mai recuperata, gli infermieri non sono senz’altro disponibili a coprire anche i medici mancanti.

Cristina Bertolini