Niente reddito, grande evasione

Nei guai due furbetti, uno dei quali aveva la sua abitazione e l’attività commerciale a Desio

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Senza reddito, sulla carta. Almeno secondo quanto dichiarato al fisco. In realtà, con un giro di soldi molto ampio, accumulati attraverso una serie di reati fallimentari e tributari. Portati in Svizzera. Ma i due personaggi sono stati scovati e per loro è scattato il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per circa 2 milioni di euro. Tra i due “furbetti”, uno residente a Desio, un pregiudicato di 58 anni, con un negozio e un appartamento proprio sopra l’attività, in città: entrambi gli immobili sono finiti sotto sequestro. L’operazione è stata messa in atto dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese della guardia di finanza, che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo “per sproporzione” di beni e disponibilità finanziarie per 2 milioni. L’indagine, svolta coordinata dalla Procura di Milano, ha riguardato due pregiudicati che, pur non avendo dichiarato negli ultimi anni redditi, hanno investito gli ingenti profitti illecitamente accumulati. Gli accertamenti eseguiti hanno fatto luce su numerosi trasferimenti di denaro in territorio elvetico e sulle conseguenti operazioni di reimpiego di tali capitali. In tale contesto si è rivelata centrale la figura di un avvocato - di nazionalità italiana ma residente in Svizzera - che ha messo a disposizione alcune società costituite in territorio elvetico nelle quali sono confluite le disponibilità finanziarie derivanti dai reati commessi in Italia. Dalle indagini è stato ricostruito l’acquisto, effettuato mediante una società di diritto elvetico, di un appartamento in un lussuoso residence a Marbella (Spagna) e dei 2 immobili a Desio. I due pregiudicati, su indicazione del professionista, hanno dapprima fornito disponibilità finanziarie in contanti per oltre 650mila euro ad una fiduciaria elvetica. Le somme, dopo essere transitate su conti correnti di società off shore (con sede principalmente a Dubai), sono poi rientrate “ripulite” in Svizzera attraverso bonifici disposti a favore di una società elvetica costituita dal legale per conto dei 2 malviventi. Dalle intercettazioni eseguite, è emerso come in una sola operazione i principali soggetti abbiano trasferito dall’Italia verso la Svizzera denaro contante per oltre 700mila euro.

In quella circostanza si sono serviti della collaborazione di uno “spallone”, procurato dal solito professionista, che si è occupato di trasportare in auto l’ingente somma all’interno di un borsone da viaggio; il contante è stato poi depositato su conti correnti elvetici intestati a prestanome vicini all’avvocato. Sono state bloccate disponibilità finanziarie giacenti su conti svizzeri degli indagati per oltre 200mila euro. Nel procedimento penale instauratosi risultano indagati a piede libero 9 soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.