Giussano, nata prematura stroncata da un'infezione: "Diteci com'è morta nostra figlia"

Sulla cartella clinica ci sarebbe scritto che "si sospende indometacina (farmaco per la chiusura delle valvole cardiache) per sovraddosaggio"

Neonatologia

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Monza, 24 settembre 2018 - Ancora in attesa della perizia Salvatore La Mattina e la compagna Sabrina Temperato di Giussano, ma sanno che questa non potrà cambiare le cose per il loro dolore di genitori. Eppure, conoscere la verità, dopo la morte di Emma, la figlioletta nata prematura al San Gerardo, è per loro un dovere, una necessità.

Tutto è cominciato il 9 agosto 2017 con la nascita alla 26esima settimana delle due gemelline, Emma (800 grammi) e la sua sorellina (400). Emma era quella apparentemente più forte, respirava da sola, come racconta il papà, poi è crollata, morendo il 28 agosto. I medici avrebbero detto che la piccola ha contratto un’infezione ospedaliera, per cui si è reso necessario il trasferimento alla Clinica Mangiagalli di Milano.

Ma nella cartella clinica che i genitori hanno ricevuto dopo 3 mesi ci sarebbe scritto che «si sospende indometacina (farmaco per la chiusura delle valvole cardiache) per sovraddosaggio». Allora la famiglia si è rivolta all’avvocato Andrea Scaccabarozzi di Brugherio che a sua volta ha chiesto la perizia al medico legale, il dottor Carlo Bernabei, massimo esponente della Medicina legale milanese che a sua volta ha steso la perizia e ne ha chiesto la valutazione ai colleghi, un medico legale neonatologo e un ginecologo. «In questo momento vorremmo sapere la verità sulla morte della nostra bambina – chiede Salvatore La Mattina –, se c’è stata negligenza da parte della struttura per l’infezione e di un infermiere che ha somministrato il farmaco, devono pagare in termini di giustizia penale. Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha elogiato il reparto materno infantile del San Gerardo come un’eccellenza nazionale, ma la struttura ha anche i suoi punti di debolezza».

«Stiamo approfondendo – gli fa eco l’avvocato Scaccabarozzi – quanto infezione ospedaliera e sovraddosaggio farmacologico abbiano influito realmente sull’aspettativa di vita della bambina. Se le condizioni erano comunque gravi, essendo nata prematura, per cui la prognosi sarebbe stata infausta di lì a poco o se invece si tratta di negligenza e di un errore dirimente, senza il quale la piccola sarebbe cresciuta sana». «E questo cambierebbe tutto in termini di risarcimento», aggiunge.

Il vero miracolo è la sorellina che è nata di 400 grammi, cioè molto più piccola di Emma e dopo i primi mesi in cui è stata seguita al San Gerardo, è cresciuta bene e ora ha un anno e due mesi. «Su Mille casi valutati nel centro nord – commenta l’avvocato Scaccabarozzi – gli errori dei sanitari ospedalieri oscillano dal 4 al 6 per cento che in sé è fisiologico, ma per le famiglie sono causa grande sofferenza».