"Nel silenzio assoluto ho sentito quel pianto"

Il racconto dell’ostetrica che ha trovato la bimba abbandonata: "L’ho presa e sono rientrata. L’abbiamo chiamata Alice, come me"

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di Marco Galvani

"Ero di turno in pronto soccorso ostetrico ed erano passate da poco le 5 quando sono uscita a prendere un po’ d’aria. Mentre ero fuori ho sentito un pianto di neonato e all’inizio ho pensato provenisse dalla sala parto". Alice, ostetrica al San Gerardo, si è insospettita quando quel pianto non smetteva. Così si è avvicinata alla porta che dà sul parcheggio e "ho avuto l’impressione che venisse da fuori. Ho aperto la porta per vedere se ci fosse una mamma che aveva bisogno del pronto soccorso ma non ho visto nessuno – racconta – solo una scatola da scarpe senza coperchio appoggiata sul cofano della macchina parcheggiata esattamente davanti alla porta". Pochi istanti e "mi sono resa conto che la scatola piangeva! Mi sono avvicinata e dentro c’era una neonata avvolta in un lenzuolo. Sono rimasta un secondo senza parole, poi ho preso la scatola e la piccola (nata da meno di 6 ore) e l’ho portata subito dentro. Ho chiamato a gran voce la capoturno e abbiamo avvisato l’infermiera dell’isola neonatale e la neonatologa".

Le parole di Alice sono cariche di emozione e commozione allo stesso tempo: "La piccola stava bene, aveva un pannolino pulito e il cordone era stato clampato con una garza. Dopo aver bevuto un po’ di latte si è addormentata serena" in una culla della terapia intensiva neonatale dove è stata ricoverata in osservazione.

Adottata dalle ostetriche, dalle infermiere e dai medici del reparto. "Stanotte abbiamo deciso di chiamarla Alice come me e sarebbe nello ed emozionante se rimanesse il suo nome – confessa l’ostetrica –. È stato un turbinio di emozioni diverse, dallo sgomento alla paura alla commozione. Devo dire che mi sto rendendo conto soltanto ora di cosa è successo".

Nei minuti concitati dopo il ritrovamento della piccola col visino dai tratti ispanici, non c’era tempo per pensare. Bisognava prendersi cura della piccola e avvisare la polizia. Quando gli agenti della pattuglia sono arrivati, "da padre mi sono emozionato e abbiamo gioito perché la bimba fortunatamente stava bene", la confessione di uno dei due poliziotti. Hanno ricostruito i primi momenti di vita della neonata dopo aver raccolto la testimonianza commossa della professionista che l’ha trovata e soccorsa. Insieme a lei "abbiamo preso immediatamente contatti con il medico di turno, preoccupati dello stato di salute della bambina e di ciò che avrebbero potuto riferirci i medici – continua il collega –. Quando hanno confermato che la piccola stava bene, ci siamo rassicurati e abbiamo iniziato tutte le attività necessarie per ricostruire l’accaduto e per risalire all’identità della madre".

Potrebbero essere utili i filmati delle telecamere di videosorveglianza del pronto soccorso e anche quelle lungo le strade che portano all’ospedale. Certamente, come confermano dalla Questura, le circostanze in cui è stata lasciata la neonata portano a pensare che chi l’ha abbandonata voleva che la bimba venisse trovata subito e accudita: era pulita, amorevolmente avvolta nella copertina e nella scatola c’era anche un pannolino di ricambio. Al momento le condizioni della piccola sono buone: essendo nata da poche ore è stata portata per precauzione in una culla della terapia intensiva neonatale.