Nei guai 65 furbetti del reddito di cittadinanza

Nell’elenco dei denunciati dalla Guardia di Finanza figura anche un monzese condannato per associazione di stampo mafioso

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di Stefania Totaro

Anche un monzese condannato per associazione di stampo mafioso tra i 65 denunciati dalla Guardia di Finanza come ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza, con una frode che complessivamente supera i 350mila euro. Lo hanno scoperto i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza al comando del colonnello Maurizio Querqui che, dopo un’indagine svolta anche in collaborazione con l’Inps, hanno fatto partire le denunce alla Procura della Repubblica di Monza.

Gli accertamenti eseguiti dagli uomini delle Fiamme gialle del Gruppo di Monza e delle Compagnie di Seregno e Seveso in tutto il territorio provinciale erano finalizzate a verificare il possesso da parte dei richiedenti del sussidio dei previsti requisiti di onorabilità, cittadinanza, residenza, reddituali e patrimoniali, rispetto alle autodichiarazioni presentate.

E ne sono venute fuori delle belle, soprattutto in merito alla schiera di pregiudicati assegnatari. Dei 65 soggetti indebitamente beneficiari (di cui 6 di origine extracomunitaria), il 35% è risultato destinatario di una misura cautelare personale oppure condannato in via definitiva, nei 10 anni precedenti la richiesta, per un reato penale.

Tra questi spicca la posizione di un monzese che ha percepito 8mila euro di reddito di cittadinanza nonostante fosse sottoposto agli arresti a seguito di una sentenza penale definitiva di condanna anche per il reato di associazione di stampo mafioso, nell’ambito degli sviluppi dell’operazione "Oversize" condotta nel 2009. Nel mirino degli investigatori un’organizzazione mafiosa ritenuta vicina alla famiglia Coco-Trovato e alle ‘ndrine operanti a Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone.

Delle 20 ordinanze, 14 erano state recapitate in carcere a componenti dell’organizzazione che allora, secondo quanto riferito dalla polizia, erano già detenuti e condannati in primo grado. Altre 6 misure restrittive erano state notificate ad altrettanti appartenenti al medesimo gruppo, già indagati ma che attualmente erano in stato di libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare, e che erano stati nuovamente arrestati.

Per tutti l’accusa era di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al compimenti di reati quali estorsioni, aggressioni, spaccio di droga e il capo dell’organizzazione risulta ancora detenuto in regime di carcere duro. Tra le altre persone raggiunte da misure di custodia cautelare a cui veniva corrisposto indebitamente l’assegno, 13 sono risultate sottoposte alla misura cautelare dell’arresto in carcere e ai domiciliari, tra cui 10 cittadini monzesi, agli arresti (a vario titolo) per riciclaggio e associazione a delinquere, rapina aggravata, violenza privata e truffa, furto aggravato, violenza di genere e revenge porn, ricettazione, detenzione abusiva di armi e falso, maltrattamenti di animali; 1 residente a Muggiò, tratto in arresto in flagranza di reato per traffico di stupefacenti; 1 cittadina di Busnago in carcere per furto; 1 residente di Limbiate sottoposta agli arresti domiciliari per rapina, furto aggravato e porto di armi abusivo. Risultano invece 8 gli illegittimi richiedenti il contributo di cittadinanza gravati, al momento della presentazione della domanda, dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, di cui 3 cittadini di Monza con condanne per riciclaggio, rapina aggravata, ricettazione e furto aggravato, 1 residente a Concorezzo condannato per sfruttamento della prostituzione e detenzione di stupefacenti, 1 abitante di Mezzago con condanna per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia e 2 cittadini di Biassono condannati per bancarotta fraudolenta e falso.

Altri casi hanno riguardato una abitante di Seregno in difetto del requisito della residenza in quanto rientrata da meno di due anni dagli Emirati Arabi Uniti, 1 residente di Cesano Maderno che ha dichiarato falsamente la propria disoccupazione pur avendo un impiego lavorativo in Svizzera da diversi ann. E poi un cittadino romeno "con cittadinanza fantasma", sorpreso alla guida nel Comune di Varedo di un’autovettura con targa straniera ed in possesso di una fantomatica Carta del Reddito di cittadinanza. Tra i ‘furbetti’ denunciati alla Procura dai finanzieri, infine, anche 4 persone che non hanno dichiarato vincite conseguite su propri conti di gioco online per oltre 76mila euro (di cui uno che è risultato avere giocato importi per 345mila euro); altre 4 per omessa indicazione dei redditi effettivamente percepiti; altri 8 soggetti per non avere dichiarato esattamente le unità immobiliari possedute, 2 per mancata indicazione degli autoveicoli e altri beni di cui erano in possesso e altri 7 per indicazione di contratti di locazione scaduti o per aver fornito dati inesatti sulla composizione del nucleo familiare.