Monza, i Nazisti e i 20 cassoni misteriosi

Un blitz notturno nei sotterranei del Municipio poco prima della fine della guerra

Truppe naziste

Truppe naziste

Monza, 18 novembre 2018 - Anno 1945. Mese di febbraio. La fine della Seconda guerra mondiale è ormai vicina, il Fascismo è caduto, l’Italia sta vivendo un periodo di grandi sconvolgimenti.  In una notte di quel mese di febbraio - la data è ignota - fredda e stranamente silenziosa dopo le numerose sirene dei bombardamenti e delle incursioni aeree a cui ormai si era abituata la città, l’aria è squarciata dal rombo dei motori di un camion. A bordo, c’è un drappello di SS. I soldati tedeschi arrivano come padroni - la Liberazione giungerà solo dopo un paio di mesi -, forzano il portone d’ingresso del municipio mettendo a tacere due vigili urbani impegnati a fare la guardia. I soldati nazisti a quel punto penetrano nei sotterranei del palazzo municipale e ne escono trasportando una ventina di cassoni misteriosi la cui presenza era ignota ai più e che erano stati murati vicino al rifugio antiaereo dell’edificio.

Cosa c’era in quelle casse misteriose? E come erano entrate nel palazzo municipale?  Forse, ipotizzerà qualcuno a posteriori, si trattava di casse contenenti documenti segreti dell’Aeronautica militare. Nei giorni precedenti infatti un vigile urbano aveva scortato due carri dal Castello Sforzesco di Milano al Municipio di Monza: e dentro ci sarebbero state appunto una ventina di casse provenienti – secondo quanto gli sarebbe stato riferito – da una caserma di Treviso bombardata dagli aerei alleati. Qualunque cosa fosse contenuta in quelle casse, in quei giorni tumultuosi erano giunte in Municipio, erano state occultate e nessuno ci aveva fatto più caso. C’erano ben altre emergenze del resto a cui pensare in quei giorni convulsi di fine guerra. 

La vicenda era stata portata alla luce parecchi anni più tardi da alcuni giornali, che erano riusciti anche a intervistare i due vigili urbani testimoni di quella storia. I due vigili avevano raccontato di essere stati destati quella notte del 1945 dall’improvviso rombo dei motori, fatto non insolito in centro, dove era abituale il passaggio anche a tarda ora di soldati tedeschi o uomini della Guardia Nazionale repubblicana in servizio di pattuglia. Questa volta però i motori non si erano allontanati come tante altre volte ma avevano compiuto diversi giri attorno al Municipio prima di fermarsi. 

Sul lato di piazza Carducci si erano dunque materializzati un autocarro e una vettura leggera. Poi si era sentito parlare in tedesco.  "Ci sono i 'tuder'" aveva avvertito il collega che riposava su una brandina. E alla finestra aveva visto il volto di un tedesco che gli gridava qualcosa di incomprensibile. Inutile la telefonata immediatamente fatta al comando di Polizia per capire come comportarsi, il tedesco aveva urlato ordini spianando il mitra in direzione delle loro teste, mentre altri soldati battevano con il calcio del mitra contro il portone per farsi aprire. Inutili i tentativi di resistere da parte dei due vigili, in attesa di un’autorizzazione formale: l’autocarro aveva investito il portone, scheggiando il marmo dei muri, e i Tedeschi avevano fatto saltare i catenacci del portone. I Tedeschi si erano quindi diretti quasi a colpo sicuro nei sotterranei, mentre anche gli uomini dell’antiaerea venivano tenuti sotto la minaccia delle armi. 

Dopo pochi muniti i soldati ne erano usciti con venti casse di natura sconosciuta. Infine, verso le 2, era giunto un uomo della Brigata Muti a parlare con l’ufficiale tedesco e quindi era scomparso di nuovo.  Ai due vigili non era restato che richiudere il portone e fare rapporto. Il mattino successivo il podestà li aveva fatti chiamare e li aveva premiati con 50 lire per l’«ottimo comportamento». 

Cosa c’era in quei cassoni? In quel periodo scomparve buona parte dei beni appartenenti alla Casa Savoia dalle residenze reali nel Parco di Monza: porcellane, statuine di giada, stampe preziose e cristalli che alla fine risultarono spesso dispersi fra gli antiquari milanesi. Negli anni Cinquanta a Bolzano vennero ritrovate alcune casse che contenevano collezioni numismatiche, tele di grande valore e argenteria appartenenti alla Casa Savoia e qualcuno credette di riconoscervi proprio le casse trafugate dai sotterranei del Municipio di Monza. Un’altra ipotesi, come quella dei documenti dell’Aeronautica militare, ma di cui non ci fu mai alcuna conferma.