Addio a Paolo Brioschi, il pianista di Mina e Jannacci

Monza: grande musicista jazz e insegnante di musica, lo ricorda con affetto il sassofonista Nick Di Cuonzo

Paolo Brioschi

Paolo Brioschi

Monza, 26 dicembre 2020 - Se ne è andato alla vigilia di Natale. Paolo Brioschi, 64 anni, noto pianista jazz di fama nazionale, è morto il 24 dicembre per un male incurabile fulminante. “Se ne è andato nel giro di un mese – spiega affranto Nick Di Cuonzo, noto sassofonista monzese - : era un fratello, un amico, dotato di grandi capacità musicali ma capace di restare sempre umile”.

Figlio di un operaio della Breda che era stato a sua volta musicista, Paolo Brioschi aveva studiato dieci anni al Conservatorio dove si era diplomato come pianista. Nella sua lunga carriera, aveva insegnato per anni musica alla scuola media (molti ex alunni lo ricordano ad esempio alla Confalonieri, nel cuore del centro storico), fino a quando aveva ottenuto diversi ingaggi che lo avevano spinto a dedicarsi principalmente alla sua passione artistica.

Lo chiamavano il Bill Evans di Monza, nell’ambiente, dato che per tecnica e mood si ispiurava molto al noto pianista statunitense. Così come allo stesso modo il fratello Marco, con cui condivideva la passione per la musica jazz, veniva chiamato il Chet Baker della Brianza.

Poi, diverse traversie anche di natura privata lo avevano spinto a sacrificare la carriera per rimanere sempre accanto alla moglie e alle due figlie. Questo non gli aveva comunque impedito di andare più volte a incidere in Svizzera per conto di Mina, sua grande estimatrice, e di suonare con il grande Enzo Jannacci e il figlio Paolo. O di partecipare a trasmissioni televisive sulla Rai e Canale 5. Ancora pochi anni fa, lo ricordano suonare all’inaugurazione con Nick Di Cuonzo del Jazz Club di Monza, al fianco di artisti del calibro di Renato Barzago.

“Era un grande pianista jazz – lo ricorda ancora Nick Di Cuonzo - , capace di chiederti sempre se quello che inventava era di tuo gradimento. Con lui ho suonato tante volte e mi ha accompagnato anche nei miei lavori solisti come cantante, oltre che come sassofonista. Anni fa in America aveva inciso un disco molto bello e struggente, dedicato alla madre Gemma, di sui portava il titolo. Mi dispiace molto, avevamo suonato tante volte insieme. Ad esempio alle sarate organizzate da Gabriele Stefanoni allo Sporting Club di Monza”.