Muggiò, padre ammazza il figlio pieno di vizi

Lo ha colpito con uno schiacciapatate. Spendeva per alcol e droga

Sopralluogo degli investigatori nella villetta di Muggiò

Sopralluogo degli investigatori nella villetta di Muggiò

Muggiò (Monza), 10 dicembre 2018 - Il padre aveva messo da parte qualche soldo, con decenni di sudore e sacrifici. Lui, disoccupato, ancora in casa con i genitori, li sperperava. Tra droga, alcol e locali. A 48 anni. Ieri mattina, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E il raptus omicida: così Mario Colleoni, 72 anni, ha ucciso il figlio Gianluca. Colpendolo ripetutamente alla testa con un pesante schiacciapatate. La tragedia familiare è andata in scena a Muggiò, in Brianza. In una elegante villetta in via Modigliani 10, alla periferia della cittadina.

Sono le 11.30 quando nell’abitazione la situazione va in cortocircuito. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, si scatena un litigio. Violento. L’ennesimo. Forse per l’ultimo guaio compiuto dal 48enne: un incidente in auto, alle 7.30 della stessa mattina, di rientro da una notte di bagordi. Niente di grave, ma la necessità per l’anziano di andare a prendere il figlio. La madre, invece, in quel momento è fuori casa. Per questo non può nulla e le scintille tra i due diventano violenza. C’è una colluttazione. A un certo punto, in cucina, il padre prende il primo attrezzo che gli capita tra le mani, uno schiacciapatate metallico, e colpisce più volte, alla testa, il figlio. Quest’ultimo stramazza al pavimento, insanguinato.

Mario Colleoni, fedina penale pulita e una vita senza macchie, non perde tempo, prende il telefono e chiama il 112. «Venite, ho ucciso mio figlio». Arrivano le ambulanze e i carabinieri della compagnia di Desio. L’uomo non fornisce nessuna spiegazione. Viene arrestato. Per la vittima, non c’è niente da fare. Troppo gravi le ferite. Al suo rientro, la moglie trova la drammatica scena. Imprevedibile epilogo di una situazione tra le mura domestiche tesa, molto tesa, da parecchio tempo.

L’anziano è agente di commercio. La stessa attività del figlio, sulla carta, il quale però era entrato in un vortice di problemi: la droga, l’alcool. Vizi costosi, molto costosi, che gli facevano spesso battere cassa in famiglia. Alzando la soglia di tensione. A peggiorare ulteriormente il quadro, la recente separazione dalla donna con la quale aveva avuto un figlio, che adesso ha 8 anni. Problemi su problemi, che l’uomo cercava di annacquare, di lenire, con una dose o un bicchiere. Eppure, fuori dalle mura di via Modigliani, non sembrava uscire molto. «Una buona famiglia, che qui non ha creato nessun disagio», il ritratto fornito da alcuni vicini. «Di certo, una tragedia inimmaginabile – dice un uomo che abita proprio di fronte alla villetta -, spiace per chi è stato ucciso ma anche per i genitori, non è mai facile avere in casa un figlio che crea tutti questi problemi».