Morto sul lavoro, due ditte alla sbarra

Vittima del ribaltamento del cestello di una piattaforma aerea Giovanni Spagnoli, un operaio di 51 anni

di Stefania Totaro

"Morto per asfissia toracica dopo essere rimasto schiacciato tra il cestello della piattaforma aerea che si è ribaltato e la grata di una finestra". È la tragica fine di Giovanni Spagnoli, operaio di 51 anni di Limbiate, vittima di un infortunio sul lavoro avvenuto il 6 luglio del 2018 in una ditta di Cesano Maderno che produce imballaggi di carta e cartone, la MD Foils.

Ora alla sbarra per concorso in omicidio colposo nel processo davanti al giudice del Tribunale di Monza Stefano Cavallini si trovano i titolari di due aziende: quella a cui la MD Foils aveva appaltato i lavori sul tetto del capannone danneggiato dal maltempo nei giorni precedenti e quella a cui l’appaltante si era rivolta per il noleggio della piattaforma. I familiari della vittima si sono costituiti parti civili al dibattimento, che ieri è entrato nel vivo con la testimonianza del tecnico di Ats Brianza, che è stato convocato in aula dal pm monzese Carlo Cinque e che ha ricostruito la vicenda.

"Siamo stati chiamati sul luogo dell’infortunio mortale dalla polizia locale e nel cortile dell’azienda c’era la piattaforma posizionata su un camion sollevato da alcuni stabilizzatori vicino ad una parete della ditta e sollevata a circa 50 centimetri da terra e l’operaio riverso in avanti nel cestello ribaltato di 90 gradi, incastrato tra il parapetto del cestello e la grata di una finestra – ha raccontato l’ispettore specializzato nella verifica delle violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro –. Nel cestello si trovava al momento dell’infortunio anche un operaio della ditta appaltatrice dei lavori che però era riuscito a saltare giù in tempo". Secondo l’esperto l’infortunio è stato causato da un malfunzionamento della piattaforma aerea. "Nel cestello c’è una leva manuale per farlo alzare, ma bisogna azionare contemporaneamente la leva schiacciando anche una ghiera proprio per evitare movimenti involontari e comunque il meccanismo della piattaforma prevede il livellamento automatico della posizione del cestello nel caso di movimenti pericolosi. Un sistema che invece nel caso di questo infortunio non ha funzionato". Il ribaltamento del cestello non dovrebbe essere simultaneo. "Abbiamo fatto un esperimento con una piattaforma analoga perché quella che ha causato il decesso era sotto sequestro e ci vogliono 7-8 secondi prima che il cestello ruoti di 90 gradi", ha riferito il testimone. La piattaforma aerea doveva raggiungere il tetto ad un’altezza di 8 metri, per permettere agli operai di verificare il motivo di alcune perdite di acqua dal soffitto della ditta, probabilmente a causa di alcune tegole spostate durante il maltempo, invece si è ribaltata a 50 centimetri da terra. "Per liberare il corpo dell’operaio dal cestello ribaltato sono intervenuti i vigili del fuoco – ha ricordato il tecnico di Ats Brianza – ma suonava la sirena di allarme della piattaforma per l’anomalia al cestello e bloccava il meccanismo per fare rientrare gli stabilizzatori e spostare il camion, quindi i pompieri hanno dovuto tagliare la grata e recuperare la salma dall’interno della finestra".

Per la Procura l’azienda proprietaria della piattaforma è responsabile per il malfunzionamento della stessa, mentre la ditta dei lavori per la mancanza di un piano antinfortuni. Accuse negate dalla difesa degli imputati, che escludono la loro responsabilità penale nell’infortunio mortale. Si torna in aula il 21 aprile con i consulenti delle parti.