Morto sulle Dolomiti: "Guido amava la montagna. Ora c’è soltanto dolore"

Pietro Di Carpegna Brivio ricorda il fratello maggiore: mi aveva contagiato con la sua passione, abbiamo fatto tante scalate insieme

Il tragico incidente è avvenuto nella terda serata di venerdì sul monte Civetta

Il tragico incidente è avvenuto nella terda serata di venerdì sul monte Civetta

Cesano Maderno (Monza e Brianza) - «La montagna era tanto per lui. E aveva trasferito la passione anche a me: ricordo benissimo la prima scalata insieme, e tutte le altre". Cerca di mascherare al meglio il grande dolore, Pietro, il fratello minore di Guido Di Carpegna Brivio, il giovane di Cesano Maderno deceduto nella tarda serata di venerdì dopo un volo di 180 metri dal monte Civetta, nelle Dolomiti, in provincia di Belluno. Prima di aprire il cancelletto della casa di corte di piazza Arese, in pieno centro città, si ferma un attimo a ricordare il fratello, compagno di vita, di giochi e di avventure in quota: "Siamo cresciuti qui insieme – dice –, lui amava molto anche la bicicletta. Alternava le sue passioni al lavoro. È stata una tragedia: non conosco il ragazzo che era con lui, adesso vogliamo solo stare tranquilli". Il padre Ugo, ingegnere, e la madre Beatrice Ghislandi, insegnante di liceo, sono corsi in Veneto, per le tristi pratiche per portare la salma in Brianza, prima dell’ultimo saluto.

Un dolore estremo, per l’improvvisa morte di un ragazzo descritto da tutti come "pieno di vita, solare, molto altruista, pronto ad aiutare chi ha bisogno". Valori coltivati all’interno della Comunità Nicodemo, dove è cresciuto insieme alla sua ed altre quattro famiglie, in pieno spirito di reciprocità, accoglienza e condivisione: "Una grande casa ristrutturata, in cui ogni famiglia ha un proprio appartamento, ma condivide vari spazi comuni: un salone e una saletta, la corte, il giardino e l’orto, la cappellina – hanno spiegato tempo fa gli stessi genitori di Guido –. Ma condivide anche le scelte educative, pratiche ed economiche, con una cassa comune".

Guido aveva deciso di condividere la nuova avventura in quota con Simone Doniselli, 23enne milanese, che lo ha visto improvvisamente precipitare per quel chiodo che non ha funzionato a dovere a 2.450 metri di altezza, e ha dato l’allarme, attendendo otto ore prima di essere salvato dal Soccorso Alpino con gli elicotteri. "Un incubo", ha detto ai soccorritori prima di essere portato al riparo il giovane, una grande passione per la chitarra, tra i corsi al Conservatorio e qualche concerto live, prima di scoprire l’adrenalina delle scalate. L’allarme era scattato venerdì intorno alle 22, quando il 23enne milanese ha visto Guido precipitare nel vuoto. Subito la mobilitazione e l’avvio dei soccorsi, quanto mai complessi per la morfologia della zona e le condizioni climatiche aggravate dalla nebbia, con gli elicotteri abilitati al volo notturno. Solo intorno alle 6.30, Simone è stato recuperato e messo in salvo, portato in un rifugio. L’elicottero è poi ripartito per cercare Guido, rintracciato in un canalino, dopo un volo di 180 metri. Sette soccorritori sono riusciti a raggiungere e caricare sulla barella il corpo ormai senza vita.