Caccia al pirata che ha travolto e ucciso Matteo Barattieri, l'ambientalista di Monza

La polizia ha trovato un testimone e identificato una Nissan bianca. Il cordoglio dei Blondie, la band di cui era fan: "Non ti dimenticheremo mai, riposa in ritmo"

Matteo Barattieri al concerto dei Blondie

Matteo Barattieri al concerto dei Blondie

Monza - Una Nissan Altima bianca. C’è un testimone dell’incidente che giovedì pomeriggio ha portato alla morte di Matteo Barattieri, l’ambientalista di 57 anni monzese che si trovava in Tennessee, negli Stati Uniti d’America, per seguire i concerti dei suoi amati Blondie. La polizia di Nashville sta indagando e ha rivolto un appello a eventuali testimoni anche anonimi che possano aver visto qualcosa.

I dati per ora in possesso degli inquirenti sono che alle 14.30 ora locale Matteo Barattieri di trovava sulla McGavock Pike, non lontano dall’arena dove aveva seguito la sera prima il concerto dei Blondie, quando è stato centrato da una macchina che non si è nemmeno fermata a soccorrerlo ma è fuggita. Un testimone per il momento ha descritto la vettura e ha raccontato alla polizia che ha visto la Nissan bianca lasciare l’area de tutta velocità.

Intanto Debbie Harry, la front woman dei Blondie, ha riservato a Matteo Barattieri, che ormai conosceva da anni come uno dei suoi fan più incalliti, parole di cordoglio: “Non ti dimenticheremo mai, riposa in ritmo. We will never forget you” le parole accompagnati da un cuore pubblicate sulla pagina Facebook della band.

Barattieri era di ritorno dagli Stati Uniti. Bicky Montrasio, presidente del Comitato per il Parco che aveva fondato assieme a lui nel 1994, lo aveva sentito alle 13.30, un’ora prima dell’incidente.