Investita da studentessa a Vimercate, l'addio a Stacey con l'abbraccio dei compagni

Nelle scorse ore l’autopsia, giovedì i funerali della 14enne travolta

La ragazzina è stata investita  il 14 ottobre sulle strisce  a Vimercate  da un’altra studentessa fuggita senza soccorrerla

La ragazzina è stata investita il 14 ottobre sulle strisce a Vimercate da un’altra studentessa fuggita senza soccorrerla

Vimercate (Monza e Brianza), 24 ottobre 2017 - Sono gli esiti di una lesione cerebrale gravissima ad avere causato la morte di Stacey. L’autopsia sulla 14enne conferma ciò che si era temuto fin dalle prime ore dopo l’incidente. La ragazzina investita il 14 ottobre sulle strisce a Vimercate da un’altra studentessa, fuggita senza soccorrerla e poi rintracciata dalla polizia locale, era arrivata al Niguarda in condizioni disperate. Ieri, il patologo ha confermato le ragioni del decesso. Prima dell’esame, si è tenuto il difficile rito del riconoscimento da parte dei genitori. Mamma e papà erano con il loro difensore. Un altro momento duro, in una catena di dolore che non avrà mai fine. Le esequie si terranno giovedì alle 15.30 nella chiesa della Beata Vergine del Rosario. La data è stata fissata ieri sera.

Per la famiglia, il lungo abbraccio dei compagni di classe, di quelli del Banfi, l’istituto frequentato dalla piccola, e della città, che si è mobilitata per aiutarla a superare il momento più difficile. La raccolta fondi promossa dall’amministrazione si accompagna a decine di messaggi lasciati sul diario online aperto dal liceo per ricordarla. L’ultimo saluto sarà carico di significati. Anche per l’investitrice, la 19enne di San Damiano-Brugherio, indagata per omicidio stradale. «Molto provata«, secondo quanto riferiscono il suo avvocato e sua madre. Colta dal panico dopo l’impatto, si sarebbe mimetizzata tra la gente accorsa ad aiutare la ferita, prima di risaltare sulla Opel Agila Blu, ritrovata poco dopo dai vigili nel parcheggio dell’Ominicomprensivo, il plesso scolastico che frequenta anche lei, anche se l’istituto è diverso. Aveva il parabrezza sfondato e lo specchietto penzolante, una «firma» inequivocabile. Ma non c’è stato bisogno di contestargliela, stando alla ricostruzione dell’inchiesta, sin qui. Si era appena confidata con un insegnante e con un’amica fra le lacrime, sotto il peso del rimorso. Sarà il giudice a stabilire i confini della sua responsabilità. Dopo. Ora, tutti pensano a Stacey, l’angioletto strappato alla vita così ingiustamente.