Monzesi stanchi anche del sindaco Si aggiorna al ribasso il calo di votanti

Nella città dove nessuno ha mai centrato il bis, Dario Allevi cerca la conferma dalle urne deserte. Nel 2017 si arrivò per un soffio al 51,89%. Alle 19 di ieri quota 34% contro il già scarso 38% di 5 anni fa

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di Marco Galvani

Affluenza in calo negli 8 Comuni che rinnovano sindaco e Consiglio comunale: 34,09% alle 19 (38,32 nel 2017). E per il referendum nei 55 Comuni della provincia la percentuale crolla: alle 19 soltanto il 19,1% si è espresso sui 5 quesiti sulla riforma della giustizia. Per le Comunali a Monza, la rilevazione delle 19 di ieri certifica uno scarso interesse verso le urne dei 98.073 elettori (tra cui 25 monzesi confinati a casa a causa del Covid che hanno chiesto comunque di poter votare a domicilio): la percentuale delle 19 è scesa al 34,02% dal 38,21 del 2017. Cinque anni fa Dario Allevi vinse al ballottaggio sull’allora sindaco uscente di centrosinistra Roberto Scanagatti: a dividerli soltanto 1.134 voti. A pesare su entrambi gli schieramenti fu un’affluenza ai minimi storici: al primo turno andò alle urne il 51,89% degli elettori, mentre al secondo turno (l’11 giugno 2017) alle urne si presentò solo il 45,25% . Allevi – che ora punta al secondo mandato come mai nessun sindaco nella storia di Monza - arrivò al 51,33% (21.869 preferenze): all’interno della coalizione la Lega raccolse il maggior numero di voti (6.562), seguita da Forza Italia (5.988), dalla lista civica Noi con Dario Allevi (3.348), dalla lista alleata al ballottaggio Monza con Maffè (2.005) e da Fratelli d’Italia (1.784).

Nonostante la sconfitta, il Pd cinque anni fa si è confermato il partito più rappresentativo in città con 13.728 voti. Con i 3.038 della civica Monza per Scanagatti sindaco e i 1.383 di LabMonza, Roberto Scanagatti si fermò al 48,67% (20.735 voti). Allora la sfida era tra 7 candidati e 14 liste, mentre a questa tornata elettorale nel capoluogo della Brianza gli aspiranti alla guida della città sono 9 sostenuti da 18 liste che schierano 508 aspiranti consiglieri per 32 posti in Aula. Ago della bilancia potrebbero rivelarsi (anche) i voti degli orfani del Movimento Cinque Stelle che, dopo aver ufficializzato la candidatura di Elisabetta Bordone, alla vigilia della presentazione delle liste in Comune ha deciso – su scelta presa direttamente da Roma – di ritirarsi dalla campagna elettorale e di non dare indicazioni di voto ai propri sostenitori: alle precedenti Amministrative in città arrivarono quasi all’8%. Chiuso l’Election Day, "ora attendiamo con grande curiosità le 14 di domani (oggi, ndr) quando inizierà lo spoglio delle schede", le parole del sindaco uscente Allevi dopo aver votato alla scuola elementare Tacoli. Primo sfidante, il candidato che la coalizione di centrosinistra composta da 7 liste ha scelto con le primarie, ovvero Paolo Pilotto, capogruppo uscente del Pd in Consiglio comunale. Confida nel "momento giusto per cambiare" Paolo Piffer, alla sua terza candidatura a sindaco con la lista Civicamente: nel 2017 aveva raccolto 2.352 voti (4,84%). È tornato nello scacchiere politico monzese l’ex magistrato Ambrogio Moccia con la lista ‘Movimento Moccia per Monza’, mentre il fuoriuscito dalla Lega Alberto Mariani potrebbe aver portato via voti al suo ex partito dirottandoli sul Grande Nord. L’unica donna in campo, Daniela Brambilla, raccoglie i voti di Italexit che, come Michele Anastasia (Movimento 3V) e Carlo Chierico (Monza Unita), si presentano per la prima volta alla sfida elettorale di Monza. Ci riprova, invece, con Sandro Belli il Popolo della Famiglia, che nel 2017 si era fermato all’1,25.