Monza, tentato omicidio per vendetta ai giardinetti: patteggia la dark lady

Marina Spinelli ha concordato la pena di 4 anni e 2 mesi, un anno in più di quanto prospettato. Patteggiamento anche per i complici

Un'aula del Tribunale di Monza

Un'aula del Tribunale di Monza

Monza, 23 Febbraio 2021 - La dark lady del tentato omicidio per vendetta ai giardinetti a Monza patteggia la pena in appello, ma ad un anno in più di quanto aveva sperato. Marina Spinelli, studentessa incensurata di 20 anni di Sesto San Giovanni, ritenuta la mandante dell'aggressione a coltellate commessa il 15 settembre 2019 ai danni di M.D., 27enne monzese, ha concordato con la Procura generale la pena di 4 anni e 2 mesi, accolta dalla Corte di Appello di Milano. I giudici hanno dato l'ok anche al patteggiamento alla pena di 5 anni per l'allora ragazzo della 19enne, l'italo egiziano di 21 anni Omran Mohanad (iscritto su Facebook con il nome di Mimmo Cinisello), ritenuto colui che ha materialmente sferrato i 7 fendenti. E quella di 3 anni e 2 mesi dal suo amico Arabi Fayed, 21enne di Monza, che ha accompagnato Mimmo in auto ai giardinetti del quartiere San Rocco.

Marina Spinelli era stata condannata con il rito abbreviato al Tribunale di Monza a 5 anni e mezzo di reclusione. Nel frattempo è tornata in carcere dagli arresti domiciliari che aveva ottenuto dal Tribunale del riesame di Milano perchè aveva l'obbligo di tenersi lontana da smartphone e social, invece ha litigato al telefono con una ragazza per un presunto amore conteso. La giovane stava andando all'università e stava seguendo un percorso terapeutico che ha dovuto interrompere dopo la denuncia di cui dovrà rispondere in un altro procedimento penale e ora, dopo il patteggiamento, la difesa presenterà un'istanza per ottenere nuovamente gli arresti domiciliari. Con la 19enne erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Monza a 6 anni Mimmo Cinisello e a 3 anni e 8 mesi Arabi Fayed.

Secondo l'accusa, la coppietta voleva uccidere il 27enne e poi anche suo cugino, ex fidanzato di Marina. A rivelarlo, per gli inquirenti, una serie di messaggi scambiati tra la 19enne e l'allora compagno, in cui emergeva la volontà di vendetta per presunti abusi subìti dalla ragazza relativi a violenze ed avvio al consumo di droga. Dal canto suo la 19enne ha sempre sostenuto di avere soltanto assistito terrorizzata all'aggressione da parte del fidanzato geloso. A chiedere di ricorrere in appello contro la sentenza del Tribunale di Monza era stata anche la Procura monzese, che aveva chiesto la condanna a 12 anni per la 19enne, a 10 anni per il fidanzato e a 8 anni per l'amico. Pene praticamente dimezzate invece dalla giudice di Monza, secondo cui non sussisteva la contestata aggravante della premeditazione. La difesa della dark lady aveva invece chiesto in primo grado l'assoluzione della ragazza, con una perizia psichiatrica secondo cui la giovane ha una personalità borderline ed era incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. Poi invece la decisione di patteggiare la pena.