Monza, denunciò abusi del nonno sulla figlia: assolto il papà "frainteso"

Aiutò a far arrestare il nonno-orco per le violenze sulla bambina di 10 anni ma fu condannato perché in un'intercettazione sembrava sminuire le accuse

In Appello cancellata la pena a 2 anni e 8 mesi inflitta al padre della bambina

In Appello cancellata la pena a 2 anni e 8 mesi inflitta al padre della bambina

Monza - Una bambina di 10 anni violentata dal nonno-orco e affidata ad una casa famiglia dopo essere stata tolta a mamma e papà, che invece avevano denunciato gli abusi subìti dalla figlioletta. Ora, da quanto racconta l’avvocato dei genitori, Domenico Morace, una speranza si accende per la vittima del doppio dramma familiare, dopo che la Corte d’Appello di Milano ha assolto il papà 39enne della piccola dall’accusa di avere voluto sminuire le accuse contro il padre 60enne, condannato a 14 anni per violenza sessuale aggravata e anche detenzione di materiale pedopornografico e ancora detenuto in carcere.

Il genitore della bambina, che vive con la moglie in Brianza, si era presentato nel maggio 2021 insieme alla consorte dai carabinieri per presentare la denuncia, ma era finito indagato per favoreggiamento e condannato a 2 anni e 8 mesi per false informazioni ai magistrati. La Procura di Milano aveva basato l’accusa su un’intercettazione tra il 39enne e sua madre secondo cui l’uomo avrebbe esercitato "pressioni" sulla figlia affinché nelle audizioni protette ridimensionasse i fatti.

Tesi accolta in primo grado ma cancellata in appello. "La vittima - ha scritto il legale nel ricorso - nulla ha taciuto in merito a quanto subito, anzi confortata dai genitori ha offerto una deposizione sofferta ma veritiera". Il legale adesso auspica che "dopo 17 mesi di sofferenza" la bimba "possa tornare a casa" dai genitori, a cui è stata tolta dal Tribunale per i minorenni nel corso delle indagini sul papà, per cui era anche stato chiesto l’arresto, negato invece dalla gip milanese.

La stessa giudice per le indagini preliminari, respingendo la richiesta d’arresto per il 39enne, aveva segnalato che la denuncia dell’uomo "ha fornito solide basi per le indagini prontamente avviate" e "si è rivelato altamente attendibile in quanto riscontrato" nella sua ricostruzione dalle testimonianze "dei fratelli, dalla certificazione relativa alla visita medica" sulla piccola "e soprattutto dalle intercettazioni, oltre che dalle dichiarazioni rese dalla minore in sede di audizione". La bambina, scrive ancora il legale, "è stata accompagnata e sostenuta dai suoi genitori nell’audizione davanti al pm".

E sia "il padre che la madre", una volta "venuti a conoscenza dei gravi episodi di abusi hanno protetto la minore non solo con la denuncia", "ma adottando ogni cautela come, ad esempio, proibire ogni contatto con i nonni paterni". Malgrado ciò, lamenta il difensore, il Tribunale per i minorenni ha tolto la bambina ai suoi genitori. "La bimba doveva essere sostenuta psicologicamente all’interno della propria casa – sostiene l’avvocato Morace –. Strapparla al suo habitat dopo essere stata vittima di violenza sessuale da parte del nonno, corrisponde ad un’ulteriore violenza".