Fusione Camere di commercio: i sindacati fanno ricorso al Tar

Depositato da Cgil, Cisl e Uil Brianza il ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia contro l'aggregazione delle Camere di commercio di Monza e Milano

Rita Pavan, Maurizio Laini, Luigi Soldavini e Marco Viganò

Rita Pavan, Maurizio Laini, Luigi Soldavini e Marco Viganò

Monza, 12 ottobre 2016 - Lo avevano promesso e lo hanno fatto. Cgil, Cisl e Uil hanno depositato al Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia il ricorso contro l'aggregazione fra la Camera di commercio di Monza e Brianza e quella di Milano. Un'istanza legale preparata da Bruno Di Giacomo Russo, professore di Diritto costituzionale all'Università Bicocca, incaricato dai sindacati di portare avanti la battaglia legale contro la fusione. "Nello specifico il ricorso chiede la sospensiva delle delibere prese dalle Camere di commercio di Monza e di Milano e in ogni caso il giudizio nel merito", spiega Rita Pavan segretario generale della Cisl Brianza insieme ai colleghi Maurizio Laini (Cgil), Luigi Soldavini (Uil) e Marco Viganò rappresentante dei sindacati nel consiglio camerale di Monza.

“Nel caso il Tar concedesse la sospensiva (ci vorrà circa un mese) poi si andrà a sentenza in tempi relativamente rapidi mentre se non sarà concessa occorrerà circa un anno di tempo per avere un verdetto”, spiega la Pavan.

Intanto le delibere di aggregazione approvate dalle Camere di Monza e Milano hanno ottenuto un primo via libera (tecnicamente ha “sancito l'intesa”) dalla Conferenza Stato-Regioni che le ha trasmesse al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) per l'ok definitivo.

Il 25 luglio con 25 voti a favore, 2 contrari (il rappresentante dei sindacati e quello delle associazioni dei consumatori) e un astenuto, il Consiglio della Camera di Commercio di Monza aveva detto sì all'accorpamento con Milano (dove alcuni giorni prima il Consiglio si era espresso favorevolmente alla fusione incassando anche il voto del rappresentante dei sindacati).

“La riteniamo una decisione illegittima in base al combinato disposto della legge 580, delle leggi Madia e Delrio e del nuovo decreto sull'organizzazione delle Camere di commercio”, spiegano i sindacalisti. Fra i motivi principali è che le norme prevedono una coincidenza fra l'area metropolitana e i confini della Camera di commercio, non rispettano i nuovi assetti locali che usciranno dal Referendum.

In ogni caso i sindacati non hanno digerito la fretta con cui, in piena estate, è stata votata la delibera. “Con questo ricorso facciamo sul serio. Difendiamo il presidio territoriale, le imprese della Brianza e i lavoratori della Camera di Monza e poi siamo contrari alla logica privatistica con cui è stata gestita questa operazione dove la decisione dei due presidenti ha prevalso su tutto. Ricordiamo che la Camera di commercio è un ente pubblico”, ha detto Laini.

La Camera di commercio di Monza avrebbe avuto tutti i numeri per restare sola e “per il 2017, e in futuro, avrebbe garantito alle imprese del territorio risorse che vanno da1,8 milioni a 2 milioni e mezzo. Non si sa se ciò avverrà con Milano”, aggiunge Viganò che poi mette in guardia “chi ha votato sì pur non essendo convinto in cambio di qualche promessa (poltrone): “con la riforma il numero di consiglieri delle camere passa da 30 a 22”... Insomma ci saranno meno posti per tutti.