Monza, da Pilotto a Meloni: in 3 mesi è cambiato tutto

A giugno il Pd doppiava le preferenze di Fratelli d’Italia, oggi è un testa a testa. I dem vincono al Senato per 25 voti, alla Camera sono sotto di 500 schede

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di Martino Agostoni

A Monza è un testa a testa all’ultimo voto tra Pd e Fratelli d’Italia per capire chi è il primo partito in città. Ma, comunque la si guardi, lo scenario politico monzese uscito dalle urne del 25 settembre ha stravolto il quadro che si era visto solo 3 mesi fa esatti, dopo il voto delle comunali e il ballottaggio del 26 giugno che portò alla vittoria del sindaco Paolo Pilotto.

Un’estate in mezzo alle due elezioni che, guardando alle preferenze espresse dai monzesi alle varie forze politiche in campo, sembra essere trascorsa in due città diverse, con partiti che in questo periodo hanno più che triplicato i propri voti come Fratelli d’Italia o Azione, poi ci sono altri che hanno perso tanto come Forza Italia, oppure ci sono i casi strani come quello del Movimento 5 Stelle che alle comunali non si era neppure presentato e alle politiche supera il 7,4%.

Rispetto al primato del partito più votato a Monza la discussione è destinata a restare aperta, perché dipende da quale voto si va a vedere. Se si guarda il risultato del Senato vincono i democratici per appena 25 voti sul partito di Giorgia Meloni (14.355 voti pari al 23,65% per il Pd, rispetto ai 14.330 voti pari al 23,61% per FdI) ma se si prendono a riferimento le schede per la Camera il risultato si inverte, con Fratelli d’Italia primo partito in città e un vantaggio sul Partito democratico che si allarga a oltre 500 voti (14.137 voti pari al 23,1% per il Pd rispetto ai 14.715 voti pari al 24% per FdI).

In entrambi i casi però i numeri sono diversi da quelli visti solo tre mesi fa, quando alle comunali il Pd doppiava le preferenze date a Fratelli d’Italia: 10.694 voti per la lista del Pd per Pilotto pari al 25,7% mentre la lista FdI per Allevi ha avuto 4.994 voti pari al 12%. Per confrontare i numeri delle due elezioni bisogna però fare la tara con il numero di votanti decisamente maggiore alle politiche che alle comunali: 45.664 monzesi alle urne il 12 giugno contro i 65.938 votanti in città il 25 settembre. Detto questo, gli scenari espressi dai monzesi sono davvero distanti l’uno dall’altro, segno che le logiche con cui si va alle urne per il voto locale restano diverse da quelle per i voto nazionale. Un esempio è Forza Italia, il partito dell’ex sindaco Dario Allevi che a giugno ottenne 6.770 voti pari al 16,3% e invece domenica scorsa si è fermato a 5.546 voti pari al 9,1% al Senato e nonostante a tirare all’uninominale di Monza ci fosse il nome di Silvio Berlusconi. Un’altra significativa differenza riguarda i partiti di Azione ed Italia Viva che a giugno, in coalizione con il centrosinistra, hanno avuto rispettivamente 899 voti (2,1%) e 693 (1,6%) mentre alle politiche il Terzo Polo dell’alleanza Calenda-Renzi più il Partito repubblicano a Monza hanno superato il 14% su entrambe le schede (8.597 voti per la Camera, 9.099 voti per il Senato).