Monza, una petizione per sfrattare il “vecchio” centro sociale Foa Boccacio

Un anno fa il FOA Boccaccio appena sgomberato si è insediato in via Timavo 12. Ora i residenti hanno raccolto un centinaio di firme già inviate in Comune

Il centro sociale Foa Boccaccio

Il centro sociale Foa Boccaccio

Una petizione inviata a sindaco, prefetto e questore dai residenti di via Timavo e della zona adiacente per sollecitare lo sgombero del Foa Boccaccio dall’ex deposito dei bus trasformato abusivamente in centro sociale.

Un centinaio di firme sono state raccolte tra gli abitanti, che lamentano il viavai di persone non autorizzate nel quartiere e l’organizzazione continua di bivacchi e feste con il propagarsi di musica molto alta fino a tardi per via dei concerti e degli eventi organizzati al civico 12.

L’ultimo di una certa rilevanza, pubblicizzato con cartelli affissi in tutta la città, è stato lo scorso fine settimana la decima edizione de “La volpe e l’uva, vinaioli da tutta Italia”, mercato contadino a filiera corta, con workshop per bambini e musica, ingresso a 5 euro con degustazione e pranzo con i produttori su prenotazione.

Un’iniziativa organizzata, scrive lo stesso Foa Boccaccio, per "supportare gli spazi autogestiti della tua città". In un altro volantino, gli occupanti hanno addirittura rilanciato dichiarandosi pronti a "immaginare come ridisegnare gli spazi e la destinazione d’uso di un’area dismessa da tantissimo tempo" dove "tutti i giorni lo spazio è stato vissuto e sono state organizzate le prime piccole iniziative pubbliche", scrivono ancora avvertendo come "via Timavo 12 si riempirà di contenuti e linguaggi diversi".

I residenti lamentano però che, a fronte di questi eventi a pagamento, gli occupanti abusivi utilizzano la corrente elettrica senza pagarla perché, dopo che la proprietà dello spazio occupato l’ha staccata, devono essersi allacciati da qualche altra parte; che non pagano neanche l’acqua, lasciata a disposizione dai proprietari per evitare il rischio di carenze igieniche nell’area e il Comune ritira anche la spazzatura senza che il servizio venga tassato.

Una situazione che va avanti da un anno, da quando cioè, prima dell’estate dell’anno scorso, il Foa Boccaccio è stato sgomberato dall’area di via Rosmini lungamente occupata in precedenza. Oltre alle lamentele per la qualità di vita dei residenti, sull’area dove fino a poco meno di una decina di anni c’era un deposito di autobus, un deposito di carta e, ancor prima, un deposito di legname, esiste un piano di riqualificazione avviato già con la precedente Giunta Allevi, ora sostituita nelle ultime elezioni amministrative da quella del sindaco Paolo Pilotto. Il progetto già presentato all’ex assessore all’urbanistica Martina Sassoli sull’area prevede spazi residenziali, un asilo nido e una vasca ipogeo per contenere l’esondazione del Lambro in una zona soggetta agli allagamenti.