Concorezzo, due molotov contro i carabinieri

Blitz di un incappucciato. Nessuno resta ferito: "Non è un vandalo"

La caserma dei carabinieri di Concorezzo

La caserma dei carabinieri di Concorezzo

Concorezzo (Monza), 24 dicembre 2018 - Sono le cinque del mattino. Una sagoma esce dalla nebbia in via Ozanam, periferia di Concorezzo, in Brianza. La strada è illuminata in modo confuso dai lampioni, ma il profilo dell’uomo - con il volto coperto - lascia le sue tracce nelle immagini della telecamera di sicurezza. Si avvicina alla recinzione in metallo della stazione dei carabinieri e - rapido - scaglia due oggetti verso l’edificio. Sono bombe molotov, ordigni artigianali che squarciano il silenzio in un frantumo di vetri. Solo uno esplode in una fiammata, lasciando il suo alone sul selciato. L’altro resta intero. Tutto accade velocemente e il responsabile ha il tempo di scappare. Dentro la caserma, presidio fondamentale per la città alle porte di Monza e per i centri limitrofi, una decina di militari, che si mettono subito in allarme.

Sono gli stessi bersagli dell’agguato a compiere i primi rilievi, ad avviare i controlli e a isolare l’area in attesa dell’arrivo dei colleghi esperti in analisi scientifiche. Con calma e disciplina, si mettono al lavoro, mentre alle sei del mattino la notizia rimbalza fra i comandi dell’Arma e si riverbera sui tavoli della politica, delle istituzioni del territorio, che si presentano in corteo a porgere la propria solidarietà. Arriva anche il colonnello Simone Pacioni, che guida il Gruppo Monza. Vengono raccolti i cocci e soprattutto il prezioso contenitore rimasto integro. Da questo si spera di raccogliere elementi utili a dare un nome alla mano che ha colpito, pezzi di un puzzle che spetterà alla Procura di Monza ricostruire con i militari. Ma il vero giallo è il movente. Due le piste battute. Quella di un gesto dimostrativo, diretto contro i carabinieri in generale.

Un unico precedente simile, contro un commissariato a Roma. Altra zona, altre tensioni politiche. Perché scegliere un obiettivo come una stazione lontana dal centro, che si occupa in prevalenza di una preziosa opera di lotta a reati come furti, truffe, piccolo spaccio? E qui spunta la seconda pista, quella legata a un’indagine locale, che potrebbe avere infastidito qualcuno. Tutte le ipotesi al momento restano aperte, anche se sembra escluso che si tratti di un semplice atto vandalico. «Davanti alla caserma c’è un parcheggio, pieno di auto – dice il sindaco Riccardo Borgonovo –. Chi ha agito le ha ignorate, dirigendosi subito verso la sede dell’Arma», ha detto. Fin qui, nessuna rivendicazione ufficiale.