Monza, spinge minorenne a rapinare negozi per saldare debito di droga: arrestato ventenne

Armato di pistola, il 17enne brianzolo ha ripulito due supermercati e un tabaccaio per restituire al suo aguzzino 12mila euro di droga che gli erano stati sottratti

Monza, 2 novembre 2022 - Aveva spinto un minorenne a darsi alle rapine a mano armata con pistola per saldare un debito di droga da 12mila euro. Agghiacciante la vicenda che ha portato all'arresto di uno spacciatore da parte dei carabinieri di Monza. Tutto comincia lo scorso gennaio, quando i carabinieri della Compagnia di Monza si trovano alle prese con tre rapine a mano armata in rapida serie (due supermercati e un tabaccaio) e scoprono che il loro autore è un ragazzino di 17 anni di Monza. La vicenda che si nasconde dietro è sconvolgente. 

Il ragazzino, monzese, non è solo un rapinatore, anzi: spaccia droga. Il suo fornitore ha qualche anno di più,  una ventina,  ma è molto più navigato. Origini romene,  vive a Lissone e spaccia da casa su Instagram e whatsapp. Il nickname con cui si fa chiamare, sulla piazza virtuale, è "dio". E si serve del 17enne.  In più occasioni gli aveva ceduto ingenti quantitativi di hascisc e marijuana, il guaio è che un giorno il minorenne perde il carico che gli è appena stato consegnato: due chili e mezzo di marijuana,  che gli vengono sottratti. Da un altro spacciatore? Probabile, anche se il 17enne ovviamente non può denunciare il furto o la rapina subita.   

Si ritrova però sul groppone un debito di circa 12.000 euro col suo fornitore. Che inizia a minacciarlo: "Voglio i miei soldi, attento o finisci male". Il 17enne si ritrova a fare il galoppino della droga alle strette dipendenze del suo ex fornitore. Non basta. Per alleggerire il debito e fare prima a onorarlo, passa alle rapine a mano armata. Una, due, tre. Non può durare, però. E infatti alla fine arrivano i carabinieri  E il 17enne decide di parlare.  E confessare  ai militari di essere stato costretto a compiere quei reati per la necessità di onorare un debito di circa 12.000 euro con il proprio fornitore. 

Immediate le attività d’indagine condotte dei carabinieri di Monza ricostruiscono la vicenda: trovano riscontro alle dichiarazioni del minore e riescono a risalire all’identità del presunto spacciatore. Fondamentale, per la completa ricostruzione del quadro probatorio, l’analisi della copia forense del telefono in uso al rapinatore, che ha permesso di estrarre le chat fra i due protagonisti della vicenda, che sembrano dare piena conferma alle parole del baby rapinatore. 

La lettura delle conversazioni intercorse fra il fornitore e il giovane rapinatore, infatti, ha evidenziato un fitto rapporto fra i due, caratterizzato da frequenti incontri finalizzati alla consegna di importanti quantitativi di droga, da qualche etto fino a oltre i due chili, che il 17enne rivendeva sia per conto proprio che per conto dell’indagato stesso, che talvolta lo impiegava come corriere per poi decurtargli parte del debito pregresso. 

L’indagato, già arrestato per fatti analoghi dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Monza lo scorso anno, nel corso della perquisizione era stato sorpreso in possesso di circa 300 grammi di hascisc e marijuana, diverso materiale per il confezionamento e la cifra contante di oltre 6mila euro, elemento quest’ultimo che, come evidenziato dal P.M. nella richiesta di misura e condiviso dal G.I.P. nell’ordinanza di applicazione, “oltre a rivelare le dimensione dell’attività di spaccio svolta dall’indagato, è altresì sintomatico del fatto che lo stesso, privo di apparente stabile occupazione lavorativa, trae dall’attività delittuosa i (sostanziosi) proventi per il proprio sostentamento”. 

I carabinieri del N.O.R. di Monza hanno quindi eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il tribunale di Monza su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti del giovane lissonese, ritenuto responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver consegnato queste sostanze a un minorenne. Al termine delle formalità di rito, è stato condotto in carcere a Monza a disposizione dell’autorità giudiziaria.