Mimmo l'Egiziano, il custode di tutto il quartiere

Non solo i 35 arresti per lui, l'altra sera ha affrontato un folle ubriaco e lo ha fatto portare in ospedale

Mimmo l'Egiziano, Mohammed Salah

Mimmo l'Egiziano, Mohammed Salah

Monza, 24 agosto 2018 - Tutte le sere, al mese di agosto, quando la città si svuota e in giro ci sono solo zanzare e malintenzionati, Mimmo prende una bella sedia da giardino e la posiziona sul marciapiede davanti al “suo” palazzo, in via Rovani 14. E lì rimane fino a tardi, a volte molto tardi. "Prima dell’una e mezza di notte è difficile che mi muova, ma se accade qualcosa tiro anche più in là. Dalla mia postazione controllo tutta la via, ma anche le strade limitrofe, ho un perfetto angolo di visuale". Eh già. Perché Mimmo detto l’Egiziano, al secolo Mohammed Salah, 49 anni, da 22 anni non si perde un istante di quello che è diventato il suo regno. Il suo lavoro gli imporrebbe di limitarsi a fare da guardiano all’elegante palazzo di via Rovani 14 in cui abita, ma la realtà lo ha trasformato in un custode di tutto il suo quartiere, un po’ Rambo e un po’ Bud Spencer. Chi vive da quelle parti lo sa, lo sanno i poliziotti, che alla sera quando passano sulla Volante spesso gli fanno un cenno di saluto, lo sanno i vicini e gli altri custodi come lui, che spesso trascorrono qualche ora in suo compagnia nella sua postazione. 

Basta trascorrere qualche minuto lì e vedi automobili rallentare, i finestrini abbassarsi, i clacson suonare e i cenni di saluto fioccare al suo indirizzo. Tutti lo sanno. Ormai, anche parecchi delinquenti. Del resto, in 22 anni, ne ha fatti arrestare ben 35 fra ladri, truffatori, borseggiatori. "Ma non solo - si schermisce lui - mi piace fare del bene, sono a disposizione". Come l’altra sera, quando nella calura agostana nella sua via ha fatto la sua comparsa un uomo con una borsa sotto braccio, un italiano, con evidenti problemi: un po’ mentali, un po’ dettati dall’abuso di alcol e droghe. "L’ho visto subito perché andava a sbattere a piedi contro i marciapiedi e mi sembrava che guardasse dentro le macchine parcheggiate: ho pensato che cercasse qualcosa da rubare e allora l’ho tenuto d’occhio". Il soggetto, un uomo sui 45 anni, era in realtà preda dei propri fantasmi, "urlava, bestemmiava, insultava chiunque passasse". Mimmo l’Egiziano si è impietosito: "Mi è spiaciuto tanto per lui, ho cercato di calmarlo, l’ho fatto sedere su una delle mie seggiole, gli ho portato un po’ d’acqua". L’uomo in evidente stato confusionale farneticava, "diceva di essere un sacerdote, ma non credo proprio che fosse così, almeno dal numero di bestemmie che usava... quando si è accorto che ero egiziano si è messo a insultare anche me, ma sono riuscito a calmarlo: “Vieni qui, amico”, gli ho detto". Mimmo intanto telefona alla polizia e al 118: "Ho chiamato un’ambulanza, gli operatori sanitari un po’ a fatica sono riusciti a prendersi cura di lui e lo hanno portato al sicuro. Per una volta non ho fatto arrestare nessuno, ma sono contento così: ho tentato di aiutare qualcuno che era in difficoltà, spero di esserci riuscito".