Milano-Meda, non solo viadotti: asfalto vecchio, cresce la paura di schiantarsi

Tredici feriti in 24 ore al curvone degli incidenti. L'asfalto è vecchio ma è solo una delle concause che vanno dalla manutenzione dei veicoli alla modalità di guida

Pericolo di incidenti sulla Milano Meda

Pericolo di incidenti sulla Milano Meda

Meda, 24 novembre 2016 - Bisogna intervenire rapidamente per porre fine allo stillicidio di incidenti al «curvone» della superstada Milano- Meda. Ne è convinto Andrea Monti, consigliere provinciale, che ha sollevato il problema della pericolosità del tratto di strada teatro di ben 6 sinistri con 13 feriti nell’arco di 24 ore, come abbiamo documentato ieri. «Display luminosi per la segnalazione del pericolo ed inviti a rallentare ogni volta che inizia a piovere, verifica delle condizioni del manto stradale ed eventuali interventi di rifacimento»: sono le richieste contenute in un’interrogazione urgente presentata da Monti al presidente della Provincia di Monza e Brianza, che è l’ente proprietario della strada nel tratto interessato dall’incredibile catena di incidenti. Monti si dice sicuro che una scia così lunga di rovinose uscite di strada, come mai si erano registrate in passato, non può essere imputata semplicemente ad imperizia, disattenzione o all’elevata velocità.

«Certo queste possono essere delle concause, ma è evidente che il fondo stradale, perlomeno nei giorni di pioggia, abbia una scarsissima aderenza», continua il consigliere provinciale, tra l’altro già pilota di rally e quindi piuttosto preparato in materia. «Ho provato a chiacchierare con qualche esperto di asfalti. La prima causa sarebbe la scarsa manutenzione. Il manto bituminoso è composto da una miriade di piccoli sassi, questi appena stesi mostrano tutte le loro naturali spigolature, che donano «grip» al fondo, agevolando la tenuta di strada dello pneumatico. Con il passare del tempo, gli agenti atmosferici e migliaia di veicoli che strisciano su questi sassi, ogni singolo spigolo subisce un naturale effetto levigamento. Tutto ciò riduce drasticamente la tenuta di strada». Insomma, l’asfalto è vecchio. A questo però, evidentemente, si aggiungono le condizioni dei veicoli, che molto spesso sono trascurate (gomme usurate) e, non certo da ultimo, le modalità di guida, troppo spesso distratti, poco concentrati e poco prudenti, se non addirittura totalmente impreparati ad affrontare in sicurezza la guida sul bagnato, come fanno notare molti dei pendolari che frequentano quotidianamente la Milano-Meda e che dall’intervento di Monti hanno preso spunto per avviare un dibattito sulla gruppo Facebook a loro dedicato.