Addio a Micaela De Gregorio, la "mamma" dei bimbi orfani del Kenya uccisa da un’infezione

Aveva appena compiuto 52 anni, nel 2015 aveva venduto il suo monolocale a Monza investendo tutto per aiutare i più deboli in Kenya

Micaela De Gregorio. Micaela, 52 anni appena compiuti, nel 2015 aveva lasciato l’Italia pe

Micaela De Gregorio. Micaela, 52 anni appena compiuti, nel 2015 aveva lasciato l’Italia pe

Monza, 11 maggio 2020 - Nel giorno in cui Milano riabbracciava Silvia Romano, Monza piangeva Micaela De Gregorio. Micaela, 52 anni appena compiuti, nel 2015 aveva lasciato l’Italia per trasferirsi in Kenia per aiutare i bambini di Likoni. Proprio nel giorno della festa della mamma, centinaia di piccoli di Likoni hanno perso la loro mamma monzese che da anni era diventata punto di riferimento per la popolazione locale. Il decesso è avvenuto in ospedale in seguito alle complicazioni dovute ad una infezione intestinale. 

La notizia, diffusa sui social domenica sera, ha sconvolto i tantissimi amici e benefattori. La storia di Micaela era speciale: laurea in Comunicazioni, una lunga esperienza lavorativa nel mondo della comunicazione, poi la crisi del mercato e la difficoltà a trovare un posto di lavoro. Ai colloqui la risposta era sempre la stessa: troppo preparata per quel profilo professionale. Da qui la scelta radicale di abbandonare Monza e ricominciare in Africa: per realizzare il suo progetto aveva venduto il suo monolocale e investito i suoi averi per aiutare i più deboli. A Likoni, in Kenia, Micaela si dedicava anima e corpo ai bambini: non solo ai 45 orfani ospitati nella struttura, ma anche ai tantissimi bambini di strada che incontrava. Bambini denutriti, malati, abbandonati ai quali Micaela si dedicava con passione, sempre in contatto costante con l’Italia e Monza dove, oltre ai parenti, ha trovato anche il supporto degli amici che rispondevano entusiasticamente e generosamente a tutte le richieste di aiuto. Attraverso il suo profilo facebook Micaela lanciava raccolte fondi, testimoniava con foto e video dove venivano impiegate le donazioni, e raccontava la sua vita quotidiana in mezzo agli ultimi.

Alla vigilia della pandemia, che ha colpito pesantemente anche il Kenia, la volontaria monzese raccontava la difficoltà a mantenere le distanze al mercato dove si recava per fare la spesa, ma anche la difficoltà a recuperare mascherine e igienizzanti. Aveva lanciato un appello per poter acquistare paracetamolo e termometri per i suoi bambini che, oltre a morire di fame, rischiavano anche di morire di Coronavirus. A marzo Micaela per alcune settimane si era messa in quarantena per la febbre: non aveva paura di ammalarsi, ma di poter contagiare i suoi bambini. Bimbi con i quali proprio il 13 aprile aveva festeggiato il suo compleanno: tante le foto e i video postati su facebook, una bella torta, le candeline. L’ultimo passaggio sui social è del 29 aprile: Micaela si riprendeva mentre era alle prese con i fornelli. Stava cucinando un pentolone pieno di carne, un ricco ragù che la donna avrebbe poi consegnato in monoporzioni ai suoi bambini. Micaela aveva lanciato il progetto Adotta un pasto: con una piccola donazione garantiva almeno due volte al mese un piatto a base di carne ai suoi bambini malati e denutriti. "Sto cuocendo 7 kg di macinato di manzo e un kg e mezzo di salsiccia sempre di manzo – raccontava -. È due ore che il ragù sta cuocendo, poi lo metterò negli appositi contenitori e lo consegnerò personalmente, casa per casa. È un progetto piccolo, ma una corretta alimentazione è fondamentale".

Micaela era orgogliosa quando raccontava di questo progetto e dei miglioramenti dei suoi bambini che, grazie a una migliore alimentazione, erano meno soggetti alle malattie. Durante uno degli ultimi viaggi in Italia aveva anche lanciato una raccolta fondi di bambole, da regalare alle bimbe del villaggio. Oltre ai tanti amici reali, a Monza Micaela aveva creato anche una belle rete di amici virtuali. Il gruppo facebook Easy Monza ospitava le sue iniziative. "Era una persona solare e piena di entusiasmo – ricorda Sonia Diligenti, admin del gruppo -. Le brillavano gli occhi quando parlava dei suoi bambini, la sua ragione di vita. Certamente organizzeremo qualche cosa per continuare ad aiutare i suoi bambini". Micaela non aveva paura della fatica: seguiva tutte le attività benefiche di persona. "Era piena di energia e di voglia di fare – aggiunge Paolo Meregalli, admin di Easy Monza -. Quando ripartiva riempiva le valigie con tutti i doni da portare ai suoi bambini. Una donna dal cuore enorme che non si spaventava di fronte alle difficoltà e alla fatica".