Medici di famiglia, i conti non tornano

Sul sito di Ats indicano che ad Arcore sono in servizio 17 dottori ma ce ne sono soltanto 7

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di Barbara Calderola

La patata bollente dei 41mila pazienti senza medico di famiglia in Brianza nel 2023 passerà alle Asst, a gennaio. Così ha stabilito la riforma, nel frattempo però malati e politica puntano l’indice su Ats. "Sul sito indicano che ad Arcore sono in servizio 17 dottori, peccato che siano in 7 – spiegano la liste di minoranza Arcore in Azione e Prospettiva Civica –. Tre sono pediatri, uno dei quali in pensione da agosto 2021. Come 5 degli altri 14, mentre un sesto ha ottenuto da poco il trasferimento in un altro centro della zona. Nell’elenco c’è pure un sostituto in servizio anni fa per sei mesi, non manca un pensionato che ha accettato di tappare un buco e un’altra dottoressa che compare nella lista è in aspettativa con sostituto, per ora. Solo per dire che la sanità è meglio sulla carta che nella realtà". In definitiva "oggi abbiamo 7 camici e 2 pediatri – sottolinea l’attivista Marco Raimondi –. Ma guardando le carte di identità è lecito attendersi altre sorprese nei prossimi mesi". In città abitano 17mila 848 persone (dati Istat, ultimo censimento 2020) delle quali 2.275 under 18 e 15.573 adulti, 2.219 (14% della popolazione maggiorenne) over 75. "In teoria ogni medico di base non dovrebbe avere in carico più di 1500 iscritti, ma con questi numeri siamo a 2.224 a testa. La situazione si è aggravata negli anni con i progressivi (legittimi) pensionamenti spesso senza alternativa: non è un’emergenza nata nelle ultime settimane". "Non servono cilindri dai quali estrarre dottori e non possiamo certo accontentarci di soluzioni tampone con prospettiva di giorni e settimane come succede. Abbiamo ricevuto istruzione per l’ambulatorio di Cascina del Bruno fino a venerdì. Chiediamo in tempi stretti una pianificazione degna di questo nome, che tenga conto di futuri e prevedibili variazioni nella disponibilità delle risorse. Il diritto alla salute non può più essere negato". Concetti ribaditi sabato durante il flash-mob davanti alla sede di Ats in via Umberto. I problemi sul servizio-tampone organizzato per far fronte alle carenze è nei contratti, i camici arruolati ad Agrate per visitare e scrivere ricetta erano Usca, unità a domicilio durante l’emergenza Covid e i loro ingaggi sono caduti il 30 giugno. Per andare avanti serve un nuovo inquadramento, da qui la necessità di organizzarsi settimanalmente. A spese dei pazienti, sottolineano le civiche.